Centro Orticolo Campano

Messa a punto di tecniche colturali ecosostenibili


pacciamatura biodegradabile

In questa area tematica sono studiate e collaudate innovazioni colturali di processo e di prodotto destinate ad impattare su alcune delle problematiche principali dell’orticoltura campana. L’abbandono del bromuro di metile per la sterilizzazione dei terreni (in particolare sotto serra) ha aperto dal 2005 una fase in cui la ricerca di nuovi approcci o prodotti è lungi dal potersi considerare conclusa. Posto che i prodotti chimici  ad oggi disponibili rappresentano soluzioni transitorie (sono oggetto di revisione della UE prodotti come  cloropicrina e vapam; sarà ritirato dal mercato l’1,3 D)  e spesso insufficienti, la nostra attenzione è stata diretta all’uso della solarizzazione del terreno e di piante innestate su portinnesti resistenti ai principali patogeni di una data specie. Entrambe queste tecniche non sono da considerare delle alternative al bromuro di metile sic et simpliciter, ma vanno inserite e collaudate in specifici contesti produttivi per risolvere specifiche problematiche anche attraverso il loro uso congiunto. Al momento l’uso di piante innestate sta conoscendo una forte espansione proprio a partire dal 2005 mentre la solarizzazione ha trovato considerazione in comparti produttivi come quello delle insalate di IV gamma ma ha bisogno di essere introdotta più capillarmente in altri comparti. Una nuova attività proposta per l’anno prossimo è inquadrabile sempre in questa problematica: l’impiego di antagonisti microbici o prodotti biostimolanti per il controllo di specifici patogeni fungini. Nello specifico si opererà in contesti aziendali dediti all’agricoltura biologica e quindi impossibilitati all’impiego di prodotti chimici di sintesi per il controllo di patologie ad origine tellurica.

Le problematiche legate ad una più corretta fertilizzazione del terreno sono affrontate attraverso due attività che mirano a valutare da una parte l’utilità di formulati azotati a rilascio lento o controllato per colture di pieno campo al fine di aumentare l’efficienza d’uso dell’azoto, contenere le dosi di impiego, ridurre  i rischi di lisciviazione dei nitrati nelle falde. Dall’altro lato la validazione dell’impiego del compost da RSU a raccolta differenziata intende fornire elementi a supporto di una pratica che permette il recupero di biomasse per l’ammendamento del terreno, il ruolo della sostanza organica nel mantenimento/ripristino della fertilità dei suoli, la possibilità di nutrire le colture e ottenere produzioni con l’impiego di adeguate dosi di compost integrate o meno da basse quantità di azoto minerale.

Un’altra tematica di evidente ricaduta ambientale è quella della riduzione dell’impiego di plastiche mediante uso di film biodegradabili  in un comparto come quello orticolo che ne fa largo impiego. L’attenzione è stata rivolta ai materiali destinati alla pacciamatura del terreno, e si prevede di estenderla a quelli di copertura di piccoli tunnel. I prodotti saggiati sono a base di Mater-bi, amido termoplastico derivante dal mais e oli di girasole. La loro introduzione nella pratica agricola contribuirebbe ad una forte riduzione della problematica legata al recupero e smaltimento delle plastiche a fine ciclo. Ciò in quanto essendo completamente biodegradabili possono essere interrate direttamente nel suolo con le lavorazioni di fine coltura.

Seppure in maniera non esaustiva delle problematiche (residui di fitofarmaci, tecniche di diserbo) del comparto produttivo delle specie da foglia per la IV gamma, è stata avviata un’attività su rucola che intende mettere a punto un modello gestionale della fertirrigazione, dell’irrigazione e della regolazione climatica sotto tunnel per ridurre gli impatti ambientali della coltivazione.

Infine, con riguardo al comparto pataticolo campano, verrà iniziata un’attività tesa ad individuare gli effetti che alcune di agrotecniche hanno sulla conservabilità dei tuberi della patata da consumo che rappresenta un fattore limitante all’affermazione in campo nazionale di questa produzione