La
Campania si colloca al primo posto in Italia per la coltivazione
della patata sia in termini di superfici investite che di
produzioni ottenute, seguita dalla Sicilia e dalla Calabria.
La Campania è anche prima tra le regioni produttrici
e con i propri mercati influenza considerevolmente l'andamento
delle vendite su tutto il territorio nazionale.
Il comparto contribuisce alla formazione della PLV regionale
per circa il 4% (dati anno 2000 - fonte INEA) e, nel solo
segmento della produzione agricola, da luogo ad un fabbisogno
di lavoro stimato in 3,6 milioni di ore annue. La coltura
è presente su tutto il territorio regionale con un
peso diverso, nelle varie provincie, in funzione della tipologia
produttiva e dell'areale di coltivazione. Gli areali maggiormente
coinvolti dalla coltivazione ricadono nelle provincie di Napoli,
Caserta ed in parte Salerno dove si coltiva maggiormente prodotto
novello, mentre nelle provincie di Avellino e Benevento si
produce prodotto comune a ciclo più lungo. Il prodotto
viene di norma classificato in base alla destinazione d'uso,
in due grossi gruppi: da consumo fresco e da industria; le
patate da consumo fresco vengono classificate a loro volta
in:
-
prodotto novello o precoce, o patata primaticcia, la cui
raccolta si effettua dai primi di maggio a metà giugno;
-
prodotto comune, la cui raccolta avviene successivamente
al prodotto novello e si protrae fino a fine agosto;
-
bisestile con ciclo estivo-autunnale, ovvero semina in luglio
agosto e raccolta in novembre-dicembre.
Particolarmente interessanti per il mercato del fresco risultano
le produzioni precoci, in quanto raccolte in un periodo in
cui vi è assenza di prodotto sui mercati locali ed
esteri; infatti, soprattutto in passato, le produzioni campane
trovavano ampio spazio commerciale, in quanto si andavano
a collocare tra le produzioni provenienti dalla Sicilia e
dalla Puglia. La presenza di altri Paesi produttori ha ridotto
tale spazio che, non potendo essere riconquistato con una
politica di prezzi, può essere recuperato con una politica
di qualità. La concorrenza di nuovi paesi produttori
del bacino del mediterraneo, sommata a problematiche del comparto
da tempo radicate nel territorio campano, ha causato negli
ultimi anni la chiusura di alcuni mercati al prodotto regionale,
con il ripetersi di crisi economiche cicliche. La perdita
di spazi commerciali per la patata campana, considerata l'importanza
che tale prodotto riveste per l'economia regionale, ha indotto
l'Assessorato all'Agricoltura a mettere a punto una serie
di azioni finalizzate soprattutto al miglioramento qualitativo
delle produzioni attraverso interventi a livello produttivo
e di filiera.
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