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Recupero e valorizzazione del germoplasma orticolo campano

foto di ortaggi vari

Le attuali esigenze dell’agricoltura e dell’agroindustria hanno spinto le aziende agricole a perseguire strategie operative tese alla produttività ed all’abbattimento dei costi di produzione nel tentativo di mantenere un adeguato livello di concorrenzialità, reso esasperato in uno scenario economico sempre più globalizzato.

In agricoltura uno dei fattori agrotecnici che è stato maggiormente interessato da queste tendenze è rappresentato dalla scelta varietale, orientata verso costituzioni ibride in grado di garantire buoni e costanti livelli produttivi e di ridurre i costi colturali. Conseguentemente le tipologie genetiche tradizionalmente coltivate (ecotipi, popolazioni e antiche varietà), con connotati organolettici generalmente elevati grazie al tipo di selezione operata nel tempo da parte degli operatori agricoli, sono progressivamente scomparse e rimaste confinate negli orti familiari. Progressivamente la scelta varietale, e quindi la conservazione del germoplasma, è passata dalle mani degli agricoltori al business delle multinazionali: le conseguenze sono la standardizzazione delle produzioni, l’omologazione degli aspetti qualitativi ed organolettici, la perdita del tradizionale connubio tra genotipo e ambiente di coltivazione, e soprattutto la perdita di variabilità genetica e la sempre più limitata disponibilità di risorse genetiche (“erosione genetica”).

In campo agroindustriale le esigenze di standardizzazione dei parametri merceologici dei prodotti ha portato ad una progressiva erosione della variabilità qualitativa delle materie prime agricole; infatti le esigenze tecnologiche hanno determinato la selezione della materia prima in funzione quasi esclusivamente dell’idoneità alla trasformazione industriale. Di conseguenza la perdita di variabilità qualitativa dei prodotti agricoli e quindi dei derivati industriali ha comportato una omologazione del “gusto” e la perdita del tradizionale legame fra territorio, tradizioni e abitudini alimentari. A fronte di questa tendenza, comincia ad affermarsi, negli ultimi anni, un diverso orientamento nelle scelte dei prodotti alimentari, da parte di fasce numerose dei consumatori, rivolto verso il recupero del patrimonio gastronomico tradizionale. Nei settori agricolo e agroindustriale la valorizzazione di prodotti tipici, anche attraverso l’attribuzione di marchi di qualità, può costituire un’efficace difesa dell’economia locale rispetto alla concorrenza globale, in quanto il ruolo giocato dal legame tra territorio e prodotto non è riproducibile altrove.

In Campania, inoltre, nel recente passato sono stati condotti programmi di recupero e valorizzazione di prodotti orticoli tipici da parte di alcuni enti pubblici e privati di ricerca operanti nel territorio. Pertanto l’Assessorato all’Agricoltura e alle Attività produttive della Regione Campania ha ritenuto opportuno avviare un programma di recupero e valorizzazione del germoplasma orticolo tradizionale locale.

L’iniziativa ha trovato concretizzazione in un progetto dal titolo “Recupero e valorizzazione del germoplasma orticolo campano”. La responsabilità del progetto, finanziato dalla Regione Campania attraverso il CRAA (Consorzio per la Ricerca Applicata in Agricoltura), è stata affidata a Eureco (ex Cirio Ricerche) che si è avvalsa delle collaborazioni delle strutture periferiche della divulgazione regionale e della sezione di Battipaglia del CRA-ISCI (Istituto Sperimentale per le Colture Industriali) , per una specifica attività sul “pomodoro di Sorrento”.

icona pdf Recupero e valorizzazione del germoplasma orticolo campano - Attività del biennio 2005-2006 (pdf 445 Kb)

icona pdf Recupero e valorizzazione del germoplasma orticolo campano - Attività del biennio 2007-2008 (pdf 260 Kb)

icona pdf Caratterizzazione bio-morfologica, produttiva e qualitativa di germoplasma dell’ecotipo “Pomodoro di Sorrento” (pdf 30 Kb)

icona pdf Tabelle di caratterizzazione bio-morfologica, produttiva e qualitativa di germoplasma dell’ecotipo Pomodoro di Sorrento (pdf 19 Kb)