Regolamento (UE) n. 1164/2010 del 9.12.2010
Disciplinare di produzione (agg. dicembre 2010)
Modifiche al Disciplinare (GUCE C073 del 23.03.2010)
Descrizione del prodotto
Il pomodoro San Marzano è conosciuto ed apprezzato
in tutto il mondo per le sue caratteristiche, che vengono esaltate
dalla trasformazione in “pelato”. La presenza di
una serie di fattori concomitanti quali: il clima mediterraneo e il
suolo estremamente fertile e di ottima struttura,
l’abilità e l’esperienza acquisita dagli
agricoltori dell’area di produzione nel corso dei decenni, ha
contribuito al suo successo nel mondo, coronato, nel 1996, dal
riconoscimento dell’Unione Europea come D.O.P.
Le caratteristiche intrinseche che hanno esaltato il prodotto,
favorendone così la sua conoscenza e il suo consumo sono:
sapore tipicamente agrodolce, forma allungata della bacca con
depressioni longitudinali parallele, colore rosso vivo, scarsa presenza
di semi e di fibre placentari, buccia di colore rosso vivo e di facile
pelabilità. Queste, insieme alle caratteristiche
chimico-fisiche, lo rendono inconfondibile, sia allo stato fresco che
trasformato.
La denominazione di origine protetta designa esclusivamente il prodotto “pelato” e
la tipologia “pelato a filetti”, proveniente dalla lavorazione dei
frutti appartenenti all’ecotipo San Marzano o a linee migliorate di esso
(il disciplinare individua due standard di prodotto). Il prodotto immesso al
consumo deve presentare caratteristiche tecnologiche ben precise: colore rosso
uniforme con rapporto colorimetrico a/b non inferiore a 2,2; forma allungata
e parallelepipeda, con lunghezza da 60 a 80 millimetri; assenza di sapori
e odori estranei; peso dello sgocciolato non inferiore al 65% del peso
netto; residuo rifrattometrico non inferiore al 4%; pH tra 4,2 e 4,5.
E’ consentita l’aggiunta di sale (max 3% del p.n.),
foglie di basilico, succo di pomodoro semiconcentrato (ma
esclusivamente di S. Marzano).
La tecnica colturale del prodotto fresco prevede
l’allevamento di tipo verticale delle piante con
l’uso di sostegni, rispettando così la tradizione
secolare, anche se, per l’elevato numero di ore di manodopera
richieste, tale tecnica incide fortemente sui costi di produzione.
Cenni storici
Il
pomodoro, come è noto, è originario
dell'America Centrale. In Europa è giunto nel '600,
inizialmente nella sola Spagna, dove gli fu dato un mero valore
ornamentale. Il valore alimentare di questa coltura fu scoperto solo
successivamente, secondo alcuni non prima del XVIII secolo, quando
venne diffuso nei diversi paesi del Mediterraneo.
Secondo alcune testimonianze della tradizione orale si dice che il
primo seme di pomodoro sia giunto in Italia intorno al 1770, come dono
del Regno del Perù al Regno di Napoli e che sarebbe stato
piantato proprio nella zona che corrisponde al comune di San Marzano.
Da ciò quindi deriverebbe l'origine di questo famoso
pomodoro, che nel tempo,con varie azioni di selezione, ha acquisito le
caratteristiche dell'ecotipo attuale. Secondo altre testimonianze
però, solo nel 1902 si ha la prova certa della presenza, tra
Nocera, S. Marzano e Sarno, del famoso ecotipo.
Delizia dei buongustai, profumo delle domeniche e delle feste
comandate, scandite dal rosso sugo che copriva il bianco della pasta di
Gragnano e di Torre Annunziata, il San Marzano assunse grande
apprezzamento dal punto di vista gastronomico verso l’inizio
del ‘900, quando sorsero le prime industrie di conservazione,
ad opera di Francesco Cirio, che producevano il famoso
“pelato” da salsa.
In un recente passato il S. Marzano era detto anche “oro
rosso” per il valore economico che era riuscito ad assumere
per gli agricoltori dell'agro sarnese-nocerino.
Negli anni Ottanta la coltura ha subito una drastica riduzione, sia in
termini di superfici che di produzione, per motivi fitosanitari ma
anche economici (con riferimento soprattutto all’onerosa
tecnica colturale), ma l'azione di recupero, di conservazione delle
linee genetiche pure e di miglioramento avviata dalla Regione Campania
e oggi consolidata dal Consorzio di tutela, ne ha consentito la
salvaguardia e il suo rilancio su base internazionale.
Infatti, il pomodoro S. Marzano DOP sta assistendo ad una nuova
stagione di rinascita e oggi viene richiesto non solo in Europa e in
America, ma anche in altri continenti, dove va espandendosi grazie
anche al crescente successo della “dieta
mediterranea”.
Area di produzione
Il “Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino” DOP si coltiva nell'Agro Sarnese-nocerino, in provincia di Salerno, nell'Acerrano-nolano e nell’area Pompeiana-stabiese, in provincia di Napoli e nel Montorese, in provincia di Avellino, per un totale di 41 comuni (alcuni solo parzialmente).
Dati economici e produttivi
L'area di potenziale coltivazione del San Marzano si estende
su oltre 16.000 ettari, anche se il prodotto destinato alla DOP, nel
2004, ha riguardato un totale di 102 ettari impegnando 228 aziende
agricole, con una produzione di fresco di oltre 61.000 quintali
destinati alla trasformazione in pelato. Nello stesso anno è
stata certificata una produzione trasformata pari a 39.100 quintali di
pelati (per un totale di oltre 6.170.000 pezzi), realizzata da 12
conservifici ubicati nell’area DOP.
L'industria dei "pelati" è sempre stata vanto della Campania
grazie alla notevole presenza, soprattutto nel territorio dell'Agro
Sarnese-Nocerino, del pomodoro tipico locale che, una volta trasformato
dalle numerose industrie sorte nell'ambito del bacino di origine del
"S. Marzano", veniva commercializzato sul territorio nazionale ed
esportato in numerosi paesi dell'Europa e delle Americhe fin
dall'inizio del novecento. Ancora venti anni fa la Campania produceva
un quarto del pomodoro da industria ora, invece, partecipa con appena
il 5% al comparto nazionale.
Registrazione
La Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.) “Pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino” è stata riconosciuta, ai sensi del Reg. CE n. 2081/92, con Regolamento (CE) n. 1236/96 (pubblicato sulla GUCE n. L 163/96 del 2 luglio 1996).
Con Decreto del 6 agosto 2004 (pubblicato sulla G.U. n. 199 del 25 agosto 2004), il MiPAF ha accordato la protezione transitoria nazionale alla modifica del Disciplinare di produzione, richiesta dal Consorzio di tutela in ordine alla disciplina produttiva e all’ampliamento della zona di produzione e al logotipo. Con successivo DM 24.09.09 (pubblicato sulla G.U. n. 238 del 13 ottobre 2009), su proposta del Consorzio di Tutela, sono state approvate alcune modifiche ed integrazioni al disciplinare. Tale richiesta è stata pubblicata anche sulla GUCE C073 del 23.03.10 ed è stata riconosciuta da parte della Commissione UE con il reg. 1164 del 09.12.2010, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea del 10.12.2010. Il testo del disciplinare scaricabile dal link su indicato tiene già conto di queste modifiche ed integrazioni.
Organismo di controllo
L'organismo di certificazione autorizzato è l'Is.Me.Cert. (Istituto Mediterraneo per la Certificazione dei prodotti e dei processi nel settore agroalimentare), Corso Meridionale, 6 80143 Napoli tel. 081.5636647 - fax: 081.5534019 (sito web: www.ismecert.it).
Consorzio di tutela
Il “Consorzio per la Tutela del Pomodoro San Marzano dell'Agro Sarnese-Nocerino” è stato riconosciuto dal MIPAF con DM 4 dicembre 2003 (pubblicato sulla G.U. 293 del 18.12.2003) in base all’art. 14 della legge 526/99 per la tutela, vigilanza e valorizzazione del prodotto.
ll Consorzio aderisce all'Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (AICIG) www.aicig.it. La sede del Consorzio è in via Piave, n. 120 - 84083, Castel San Giorgio (SA), Tel: 081.5161819 Fax: 081.5162610. Sito web: www.consorziosanmarzano.it.