Prodotti tradizionali

rosmarino del Cilento

Territorio interessato alla produzione

Il territorio di elezione del Rosmarino del Cilento è quello della Costa cilentana che va da Capaccio Paestum alla Valle dell'Alento, in provincia di Salerno.

Descrizione

Il Rosmarino del Cilento è una pianta arbustiva sempreverde che nella zona interessata la si trova in forma cespugliosa di altezza media tra i 50 cm e il metro. Oggi esso è utilizzato esclusivamente per uso alimentare, pur avendo una componente aromatica nell'olio essenziale notevole; l'impiego erboristico appartiene al passato, quando le erbe officinali, anche nel Cilento, avevano un ruolo importante nella farmacopea e medicina popolare.

Il Rosmarino del Cilento viene commercializzato allo stato fresco (rametti e cimette) ed essiccato (foglie essiccate intere o macinate). I rametti freschi si presentano della lunghezza da 5 cm a massimo 25 cm, di consistenza erbacea o leggermente legnosa, con foglie persistenti, di consistenza tenera o leggermente coriacea, lanceolate ed opposte, di colore verde lucente sulla pagina superiore e bianco-grigiastro in quella inferiore, della lunghezza di 1-5 cm e larghe 1-4 mm, fiori assenti. L'aroma è intenso e persistente, piacevolmente acre, balsamico e canforato, il sapore è forte e speziato, quasi pepato, con delicati sentori di canfora e pino. Allo stato essiccato si commercializzano le foglie da sole (o misto di foglie e porzioni di rametti) o sminuzzate o macinate in polvere omogenea, contenenti un residuo di umidità non superiore al 15%. Il Rosmarino del Cilento "fresco" viene confezionato in fascetti sciolti di rametti e cimette, pareggiati alla base, aventi un peso variabile in relazione alle richieste del distributore o per altre esigenze di carattere pratico. Generalmente si pongono in vaschette trasparenti di materiale idoneo al confezionamento di prodotti alimentari, atte comunque a mostrare al consumatore il prodotto e le sue condizioni. Per il confezionamento del prodotto "essiccato" (intero o in polvere) si utilizzano vaschette, vasetti o barattoli di materiale plastico o di vetro, od altro materiale consentito dalle norme sanitarie, contenenti un peso netto minimo di prodotto di 30 g.

Metodiche di lavorazione

La riproduzione del Rosmarino del Cilento avviene esclusivamente per talee radicate appartenenti ai genotipi locali spontanei, in modo da garantire il legame tra il prodotto spontaneo tipico e quello raccolto dalle coltivazioni che si sono affermate nel corso degli anni nel territorio. Il rosmarino è una coltura poliennale e negli orti la si lascia vegetare fino a 10 anni circa, ma nelle nuove coltivazioni ordinarie il ciclo colturale razionale prevede una durata di non oltre 5-6 anni. Per quanto riguarda la raccolta, essa va fatta in funzione della destinazione del prodotto e la prima generalmente ha inizio sei mesi dopo il trapianto. Nel caso del prodotto fresco la raccolta prevede lo sfalcio a mano periodico della porzione epigea della pianta (costituita da rametti e cimette ), durante la fase vegetativa, prima della fioritura, ad un'altezza del taglio di massimo 25 cm. Per quanto riguarda le rotazioni e il reimpianto è buona nonna evitare di realizzare nuovi impianti nei terreni che hanno ospitato la stessa coltura nei due anni successivi all'espianto. Una volta raccolto, il prodotto tal quale ha una vita breve e necessita di immediata lavorazione al fine di garantire il mantenimento delle migliori caratteristiche qualitative del prodotto. Per il prodotto fresco i rametti e le cimette vengono portati presso il centro di lavorazione e sono sottoposti alla selezione, all'ammazzettamento, al taglio e al confezionamento. Nel caso del rosmarino essiccato, le operazioni successive alla raccolta prevedono: la selezione dei rametti, il lavaggio e l'asciugatura (eventuali), l'essiccazione, la sgranatura delle foglie dagli steli, lo sminuzzamento o macinatura delle foglie (eventuale), il confezionamento. Il processo di essiccazione del Rosmarino del Cilento è esclusivamente di tipo artigianale ed è praticato direttamente dalle aziende agricole produttrici, soprattutto quelle multifunzionali in un sistema di filiera corta. L'essiccazione può essere naturale o fatta con l'aiuto di essiccatori per uso alimentare. Nel caso di essiccazione naturale, i rametti vengono rifilati e tagliati alla stessa lunghezza, creando dei mazzetti da unire all'estremità con uno spago. Successivamente essi si pongono in un luogo fresco, asciutto e ventilato per circa due settimane o meno, appendendo i mazzetti ad un filo, al riparo da polvere e soprattutto dai raggi solari. Nel caso di essiccazione artificiale con ausilio di essiccatoio per alimenti, i rametti vengono privati dalle foglie che vengono poste su un unico strato e subiscono un trattamento termico dai 30 ai 40 °C, fino a raggiungere l'umidità del 15% o anche meno. Alla fine del processo, il prodotto da immettere al consumo può subire un'eventuale sminuzzamento o può essere macinato in polvere; successivamente viene confezionato.

Osservazioni sulla tradizionalità

Una caratteristica della cucina popolare e contadina del Cilento, da oltre un millennio, è stata quella dell'adozione, per la più gran parte delle produzioni alimentari, di due ingredienti fondamentali: il sale e gli aromi del territorio. Il primo, con la funzione di conservare i cibi quanto più possibile, soprattutto per il lungo periodo invernale, i secondi, composti da foglie, cime, infiorescenze e radici, raccolte non solo come condimenti, ma anche come vere e proprie verdure da cucinare, insieme a legumi o cereali, in zuppe e insalate povere, ma dal gusto straordinario e dall'alto valore nutrizionale. Erbe che col tempo i contadini hanno saputo domesticare e coltivare nei propri fondi agricoli, moltiplicando semi, talee o rizomi, per riprodurre e produrre in maggiori quantità, non solo per il proprio consumo familiare ma anche per venderle. In questo scenario si colloca la "cultura" del Rosmarino, un elemento base della tradizione culinaria popolare cilentana:, soprattutto dell'area costiera nord-occidentale, che da Paestum va: a Velia, le due antiche località greche che sono la testimonianza della presenza di una civiltà storica nella zona da oltre 2500 anni. I contadini locali scoprono, col passare del tempo, che il Rosmarino del Cilento è così diverso da quello pur presente in tutti i luoghi delle vicine montagne ed iniziano a coltivarlo, creando un rapporto antico, ancestrale con tale pianta e di quanto da essa si ricava. Una pianta considerata basilare già nell'antica medicina popolare della zona, che si rifà addirittura alla Scuola medica eleatica (da Elea, località della magna Grecia vicina ad Ascea) di oltre 2500 anni fa, proprietà benefiche confermate successivamente anche dalla vicina Scuola Medica Salernitana (circa l 000 anni fa) e di recente anche dalla moderna ricerca scientifica. Negli ultimi venti anni, alla luce del successo commerciale che il prodotto ha via via conseguito, si sono moltiplicati gli impianti produttivi di Rosmarino del Cilento nell'area, coltivati secondo i moderni canoni dell'agricoltura sostenibile ma pur sempre nel rispetto della tradizionale cura e utilizzazione della pianta e delle sue preziose parti. Non a caso gli impianti sono tuttora realizzati moltiplicando le talee delle piante spontanee della costa cilentana in appositi vivai di piante madri. Inoltre, tutte le fasi successive alla raccolta, si svolgono attraverso metodi artigianali, come nel caso dell'essiccazione e della legatura dei fascetti.