L'agente del cancro colorato del platano Ceratocystis platani è un fungo che colpisce diverse specie del genere Platanus tra le principali si ricordano: P. occidentalis, P. orientalis, P. hybrida.
Inquadramento tassonomico
Divisione Eumycota; Sottodivisione Ascomicotina; Ordine Microascales, Famiglia: Ceratocistidaceae Genere Ceratocystis; Specie Ceratocystis platani
Areale di origine: zona orientale degli USA
Il patogeno è probabilmente originario delle foreste del Nord America (Panconesi, 1999). La prima segnalazione confermata di C. platani risale al 1935 su Platanus orientalis nella contea di Delaware, Pennsylvania, USA,
da parte di Crandal (1935) e Jackson e Sleeth (1935).
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il legno di alberi infetti fu utilizzato per imballare materiali bellici e fu probabilmente questo il modo in cui il patogeno fu introdotto
nel continente europeo (Panconesi, 1972; Cristinzio et al., 1973). I primi focolai sono stati connessi, in qualche modo, alle principali città portuali: Napoli, Livorno, Siracusa (Italia), Marsiglia (Francia) e Barcellona (Spagna).
Fino all’anno 2001, è stata stimata la morte di 25.000 alberi nel sud della Francia, ma la sua diffusione è aumentata in modo esponenziale con la morte di 200 alberi nella regione di Lione dal 1992 (Vigouroux, 2001).
Italia e Francia sono attualmente i paesi europei più colpiti.
Comparsa in Italia: viali di platano della reggia di Caserta, 1954.
Segnalazioni anni '60: Marsiglia, Inghilterra;
Oggi, C. platani è presente in USA, in Asia (Armenia), Francia, Spagna e Svizzera; in Italia è praticamente ubiquitario.
Biologia ed Epidemiologia
Il fungo penetra nell'ospite attraverso ferite e provoca una tracheomicosi colonizzando i fasci midollari e il legno sia in senso longitudinale che radiale. Il fungo si espande velocemente nella pianta colonizzando le radici, attraverso
le quali, per anastomosi radicali, si trasferisce sulle piante vicine. La forma asessuata presenta diversi tipi di conidi: endoconidi cilindrici, prodotti internamente alle trachee colonizzate, conidi di colore biancastro, che si formano
all'interno del tessuto legnoso e clamidospore globose, a parete spessa, atte alla conservazione. La forma sessuata è costituita da periteci sferici dotati di lungo collo i quali si riproducono facilmente sia su coltura sia in natura
sul legno infetto, liberando le ascospore.
Le condizioni ottimali per lo sviluppo del fungo sono temperature di 20-30°C, la diffusione del fungo è minima con temperature tra 5° a 10° C, si arresta al di sopra dei 35°C.
Sintomatologia
I sintomi si osservano di solito in primavera-estate, valutando lo stato vegetativo delle piante, la presenza di clorosi più o meno estese, di disseccamento delle branche, di sviluppo stentato. Sul tronco e sulle grosse branche si evidenziano
dei rigonfiamenti e imbrunimenti dei tessuti corticali, che in seguito si spaccano longitudinalmente lasciando scoperta la zona xilematica sottostante, che assume una colorazione dal bruno al violaceo. Successivamente la parte distale
della branca al di sopra del cancro, necrotizza lentamente, con contemporanea emissione di polloni alla base della pianta.
In caso di sospetta presenza di cancro con l'uso di una sgorbia togliere una porzione di corteccia, in
particolare nella zona marginale del cancro, a cavallo tra legno sano e legno alterato. In caso di positività il legno appare maculato da imbrunimenti tipici a "macchie di leopardo", di colore dal bruno al violaceo. In questa posizione
si può procedere all'espianto di frammenti di legno per l'eventuale esame di laboratorio trasferendoli in sacchetti sterili su uno strato di carta bibula imbevuta d'acqua. Gli strumenti usati devono essere sterilizzati e le ferite
ricoperte con mastice fungicida. Eventualmente contrassegnare le piante sintomatiche
Mezzi di Controllo
Al fine di ridurre la diffusione del cancro colorato del platano è necessario seguire alcune misure di profilassi:
Quadro normativo (vedi box)
L’attuale quadro normativo è finalizzato a contrastare la diffusione di questo patogeno di quarantena attraverso l'adozione di alcune specifiche misure ufficiali:
Situazione in Campania
In Campania la malattia è stata segnalata per la prima volta a Caserta, presso la Reggia, nel 1954. Il fungo è a tutt’oggi presente a macchia di leopardo in diversi territori comunali, nonostante l'applicazione delle misure di lotta obbligatoria ancora vigenti. Con il Decreto dirigenziale n. 89 del 09 giugno 2025 sono stati delimitati i territori comunale che ricadono in zona infetta e dove si applicano misure di contenimento.
In base alle risultanze dei controlli espletati negli ultimi anni è stata identificata l’area indenne, dove non è stato riscontrato il cancro colorato del platano e nella fattispecie l’intero territorio della Campania ad eccezione dei territori rientranti nella delimitazione che segue.
Si specifica che ai sensi degli art. 5, 6 e 7 del D.M. 29/02/2012, nelle zone indenni, focolaio e di contenimento, gli interventi sui platani quali abbattimenti, potature, recisioni radicali possono essere effettuati, previa comunicazione al Servizio fitosanitario regionale competente per territorio, fatte salve sue diverse disposizioni.
Si rammenta, inoltre che nel caso di mancata comunicazione di cui sopra, ai trasgressori delle disposizioni contenute nel decreto ministeriale 29/02/2012, si applicano le sanzioni amministrative previste dall'art. 55 del Decreto Legislativo n. 19/2021.
Normativa europea
Normativa nazionale
Decreto Ministeriale 6 luglio 2015 - Modifica del decreto 29 febbraio 2012
Normativa regionale