L'agente del cancro colorato del platano Ceratocystis fimbriata f.sp. platani è un fungo che colpisce diverse specie del genere Platanus tra le principali si ricordano: P. occidentalis, P. orientalis, P. hybrida.
Inquadramento tassonomico
Divisione Eumycota; Sottodivisione Ascomicotina; Ordine Ophiostomatales; Genere Ceratocystis; Specie Ceratocystis fimbriata
Areale di origine: zona orientale degli USA
Prima segnalazione e descrizione (Jackson L.W.R. et al): New Jersey (USA), 1921, '26, '29, '33;
1944-45: probabile periodo in cui è avvenuta l'introduzione in Europa (Marsiglia,
Barcellona, Caserta, Monza);
Comparsa in Italia: viali di platano della reggia di Caserta, 1954.
Segnalazioni anni '60: Marsiglia, Inghilterra;
Forte espansione del patogeno negli anni '70, rilevato in Toscana
da Panconesi nel 1972, in Campania da Cristinzio et al nel 1973.
Oggi la malattia è presente in USA, in Asia (Armenia), Francia, Spagna e Svizzera; in Italia è praticamente ubiquitario.
Biologia ed Epidemiologia
Il fungo penetra nell'ospite attraverso ferite e provoca una tracheomicosi colonizzando i fasci midollari e il legno sia in senso longitudinale che radiale. Il fungo si espande velocemente nella pianta colonizzando le radici, attraverso
le quali, per anastomosi radicali, si trasferisce sulle piante vicine.
La forma asessuata presenta diversi tipi di conidi: endoconidi cilindrici, prodotti internamente alle trachee colonizzate, conidi di colore biancastro, che
si formano all'interno del tessuto legnoso e clamidospore globose, a parete spessa, atte alla conservazione.
La forma sessuata è costituita da periteci sferici dotati di lungo collo i quali si riproducono facilmente sia su coltura
sia in natura sul legno infetto, liberando le ascospore.
Le condizioni ottimali per lo sviluppo del fungo sono temperature di 20-30°C, la diffusione del fungo è minima con temperature tra 5° a 10° C, si arresta al
di sopra dei 35°C.
Sintomatologia
I sintomi si osservano di solito in primavera-estate, valutando lo stato vegetativo delle piante, la presenza di clorosi più o meno estese, di disseccamento delle branche, di sviluppo stentato. Sul tronco e sulle grosse branche si evidenziano
dei rigonfiamenti e imbrunimenti dei tessuti corticali, che in seguito si spaccano longitudinalmente lasciando scoperta la zona xilematica sottostante, che assume una colorazione dal bruno al violaceo. Successivamente la parte distale
della branca al di sopra del cancro, necrotizza lentamente, con contemporanea emissione di polloni alla base della pianta.
In caso di sospetta presenza di cancro con l'uso di una sgorbia togliere una porzione di corteccia, in
particolare nella zona marginale del cancro, a cavallo tra legno sano e legno alterato. In caso di positività il legno appare maculato da imbrunimenti tipici a "macchie di leopardo", di colore dal bruno al violaceo. In questa
posizione si può procedere all'espianto di frammenti di legno per l'eventuale esame di laboratorio trasferendoli in sacchetti sterili su uno strato di carta bibula imbevuta d'acqua. Gli strumenti usati devono essere sterilizzati e
le ferite ricoperte con mastice fungicida. Eventualmente contrassegnare le piante sintomatiche
Mezzi di Controllo
Al fine di ridurre la diffusione del cancro colorato del platano è necessario seguire alcune misure di profilassi:
Normative Fitosanitarie
Decreto ministeriale 17/04/1998 “ Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il cancro colorato del platano Ceratocystis fimbriata f. sp.p latani e la circolare applicativa ministeriale n°33686 del 18.06.98.
La normativa è finalizzata a contrastare la diffusione di questo patogeno di quarantena attraverso l'adozione di alcune specifiche tecniche:
Situazione in Campania
In Campania la malattia è stata segnalata per la prima a Caserta, presso la Reggia nel 1954. Il fungo è a tutto oggi presente, nonostante l'applicazione delle misure di lotta obbligatoria relative al decreto ministeriale sopraccitato, ci sono focolai di infezioni in alcune località regionali.
Nel 2006 dai controlli effettuati dagli Ispettori Fitosanitari e dalle 22 analisi di laboratorio sono emersi 12 focolai infettivi nelle seguenti località: Avellino (viale Italia), Castellammare di Stabia (NA), Palma Campania (NA), San Marzano sul Sarno (SA).
Nel 2007 su 26 campioni analizzati sono risultate 13 piante infette: Palma Campania (NA), Roccarainola (NA), Avellino e Mugnano del Cardinale (AV).
Nel 2008 su 26 campioni analizzati sono risultate 18 piante infette: Avellino, Manocalzati (AV), Salerno, S. Marzano sul Sarno (SA) e Palma Campania (NA).