A cura di Daniela Benchi*, Umberto Bernardo**, Luigi Conelli***
* Regione Campania – Laboratorio Fitopatologico; ** Istututo per la Protezione delle Piante-CNR Sez. Portici, *** Regione Campania STAPA CePICA Napoli
Quest’anno, per la prima volta in Campania, è stata rilevata la presenza del dittero Tephritidae Rhagoletis completa Cresson su piante di noce nelle province di Napoli e Avellino. Nelle aree in questione tutte le cultivar presenti (cultivar Sorrento, Malizia, California, Hartley e Chandler) risultano danneggiate dal fitofago.
L’insetto originario del Nord America (Messico, Stati Uniti) è stato ritrovato per la prima volta in Italia nel 1991 e da allora si è diffuso principalmente nel nord Italia nelle regioni Piemonte (Novara), Lombardia (Milano, Varese, Pavia e Sondrio) Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Trentino (Duso 1991, 1994; Ciampolini e Trematerra 1992).
Caratteristiche dell’insetto
Adulto
Colore: Lo scuto non presenta alcuna parte gialla e nera,
lo scutello è interamente giallo crema, e talvolta presenta una o
più macchie nere confinate ai lati o alla base dello scutello, le
ali hanno delle bande gialle o marroni.
Testa: tre paia di setole frontali; area genale solitamente
meno di un quarto dell’altezza degli occhi; setole ocellari lunghe,
solitamente della stessa lunghezza di quelle orbitali che sono presenti in
due coppie.
Torace: Scuto marrone rossastro con le setole dorso-centrali
posizionate vicino alla linea tra le setole sopra-alari; tergite anale senza
peli, al massimo leggermente pubescente; scutello largo e con quattro setole
marginali.
Ali: Nervatura sub costale piegata in avanti quasi a 90°,
nervatura Radiale 1 con setole dorsali, nervature R4 e R5 senza setole dorsali,
in alcuni rari casi (individui aberranti) possono esserci alcune setole solo
sulla loro base, l’apice della nervatura mediana incontra la costale
formando un angolo ben distinto; la cellula cup è sempre considerevolmente
più lunga della profondità della cellula bm ma solitamente
della stessa profondità. Ali con una banda sub basale; le bande discali
e preapicali sono separate ma si incontrano tra la vena C e la R4+5; la cellula
R1 e R2+3 sono senza alcuna marcatura tra le bande discali e preapicali.
Addome:
Femmina con un ovopositore più corto delle ali
e diritto: sterniti 1+2 giallo-marroni; tergiti 3 -5 marroni nella parte basale
e gialli–marroni in quella apicale.
Larva: Tipica larva
di dittero microcefala, apoda, di colore bianco–giallastro. Le spinule
sono presenti in un area fusiforme e non disposte in bande circolari come in
R. suavis; alcune righe di spinule si trovano sul bordo antero-dorsale del
primo segmento. Gli organi sensoriali anteriori, posteriori e boccali sono
tutti presenti; le creste boccali sono solo sette; le protezioni boccali presentano
singoli denti, invece di due. L’apparato
cefalo-faringeo è simile a quello di R. suavis ma l’uncino boccale è molto
più piccolo dello sclerite ipostomale.
Caratteri utili per il riconoscimento: Le spinule sono confinate
alle aree fusiformi sulla metà ventrale del corpo con l’eccezione
di una stretta banda sul margine anteriore del protorace.
Pupario: di colore molto variabile dal giallo-rossastro al
giallo crema.
Ciclo biologico
La mosca compie di solito una sola generazione all’anno. Trascorre l’inverno nello stadio di pupa nel terreno, generalmente interrata tra i 2 e i 5 cm ma può raggiungere anche i 15 cm in funzione del tipo di terreno. Lo sfarfallamento inizia a cavallo tra il mese di giugno e luglio per poi continuare fino ad ottobre se il clima lo consente; le massime densità di adulti si riscontrano tra la fine di agosto e la metà di settembre. Dopo circa due settimane dai primi voli inizia l’ovideposizione, ogni femmina è in grado di deporre complessivamente fino a 400 uova, le quali vengono messe attraverso un grosso ovidepositore in gruppi di circa 15 per ogni cella ricavata nel mallo della noce che si trova all’inizio della invaiatura, per cui risulta essere ancora tenero. Di solito si ha una sola ovideposizione per frutto in quanto, subito dopo tale operazione l’epicarpo viene marcato con un feromone ad effetto deterrente per le altre femmine. Vengono coinvolti principalmente i frutti che si trovano nella parte alta della chioma e le varietà con il mallo più morbido. Le uova vengono deposte di preferenza nella zona peduncolare. Gli adulti vivono in media 40 - 50 giorni, il periodo di incubazione delle uova è inferiore ad una settimana, le larve che si sviluppano si nutrono a spese del mallo che annerisce a causa del tannino prodotto. Dopo circa un mese la larva arriva a maturità e fuoriesce dal frutto per andarsi ad interrare come pupa (Duso e Dal Lago 2006).
L’effetto visibile della presenza dell’insetto e dell’avvenuta ovideposizione è la tipica macchia nerastra che inizia ad avvolgere il frutto e da cui fuoriesce un secreto nerastro, si ha poi il completo disfacimento del mallo che una volta rinsecchito aderisce al guscio. Anche il gheriglio può essere danneggiato dalle sostanze che si sviluppano dal disfacimento del mallo, con un annerimento del tegumento e della polpa (Ciampolini e Trematerra 1992).
Danni
Normalmente le rese produttive variano dai 2000 kg/ha di noci secche in guscio
delle varietà “Malizia” e “Sorrento” ai 5000
- 6000 kg/ha per le varietà Hartley e Chandler, con una quotazione di
circa 0,70 cent/kg.
Il danno diretto è dovuto alla perdita del 30% dei frutti per cascola,
stimabile ad un equivalente di 600 kg/ha di prodotto in guscio. Il danno indiretto,
si può addebitare al minor valor del prodotto ottenuto, che può essere
destinato solo alla sgusciatura, a causa dell’imbrunimento del gheriglio.
In termini economici, da una produzione lorda vendibile di noci secche stimabile
in un valore variabile da 4.000 – 18.000 €/ha a seconda delle varietà,
si passa a 1.400 €/ha di noci difettose vendute per sgusciati, per granigliati
e farine.
Difesa
Al momento gli insetticidi registrati su noce, con la sola esclusione del
p.a. spinosad, non hanno una buona azione sui ditteri e lo stesso principio
attivo non essendo sistemico risulterà difficilmente attivo sullo stadio carpofago
di quest’insetto. Per questo motivo è necessario che le ditte
produttrici di fitofarmaci si attivino affinchè vengano registrati dei
principi attivi adatti al controllo del fitofago, attraverso opportune sperimentazioni.
Inoltre si dovrà provvedere all’aggiornamento dei disciplinari
del Piano Regionale Fitopatologico di Lotta Integrata, inserendo questo parassita.
Considerando che gli adulti vengono catturati efficacemente da trappole gialle
fluorescenti rettangolari, addizionate con carbonato d’ammonio, si consiglia,
in estate, di monitorare i voli della mosca per poter effettuare i trattamenti
nel momento giusto. Resta da valutare meglio l’uso di esche proteiche
avvelenate o di prodotti simili già in commercio contro altri Tefritidi.
Bibliografia
Bush, G.L. 1966. The taxonomy, cytology and evolution of the genus Rhagoletis
in North America (Dipetra: Tephritidae). Bulletin of the Museum of Comparative
Zoology 134, 431-526.
Ciampolini M., Trematerra P. 1992. Diffusa presenza di Mosca delle noci (Rhagoletis
completa Cresson) nel Nord Italia. Informatore agrario 48:
52-56.
Duso C. 1991. Sulla comparsa in Italia di un Tefritide neartico del noce Rhagoletis
completa Cresson (Diptera: Tephritidae). Bollettino di Zoologia
Agraria e di Bachicoltura 23: 203-209.
Duso C. 1994. Note sulla distribuzione ed il ciclo biologico di Rhagoletiscompleta Cresson
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completa Cresson (Dipèetra: Tephritidae) un northern Italy. Ann.
Soc. Entomol. Fr. 42(2): 245.254.
Philips, V.T. 1946. The biology and identification of Trypetid larvae. Mem.
Amer. Ent. Soc. 12: 1-161.
Tremblay, E. 1994. Entomologia applicata. Ditteri Brachiceri. Volume III. Liguori
editore, 213pp.