Prodotti tradizionali

Coniglio di fosso dell'isola d'Ischia


Coniglio di fosso dell'isola d'Ischia

Il coniglio è il tipico piatto domenicale della tradizione ischitana, tradizionale fin dal suo allevamento, quello del cosiddetto "coniglio di fosso". documentarie e bibliografiche tramandano che già dal principio del XVIII secolo i contadini scavavano fosse di circa 2 metri di profondità, all'interno delle quali venivano allevati i conigli che, a loro volta, scavavano all'interno di tali fossi dei cunicoli laterali che servivano da riparo dal vento, dal freddo, dal caldo e dalla pioggia. I contadini facevano in modo da chiudere le aperture laterali con serramenti rudimentali che servivano a facilitarne, al momento opportuno, la cattura. Questa particolare pratica di allevamento fa sì che i conigli crescano in uno stato semiselvatico, formando dei gruppi con struttura sociale dominata da un maschio che si alimentano con essenze erbacee, per lo più spontanee senza somministrazione di mangimi e alimenti composti; il tutto si concretizza a pieno vantaggio del sapore della carne, dura da staccare dall'osso e di sopraffino sapore. Questa tradizione ha rischiato di scomparire, ma da qualche anno a questa parte è stata recuperata dagli allevatori. Le razze presenti un tempo erano ecotipi locali, il leporino e il sorcino, già testimoniati all'epoca della colonizzazione greca, oggi queste razze sono state sostituite dalla lepre belga, usata come riproduttore maschio e dalle varietà Blu di Vienna e Fulva di Borgogna come fattrici.

Rabbit is a typical Sunday dish of Ischia tradition. A traditional dish since they started breeding rabbits, the so-called hole rabbits (coniglio di fosso). Documents and biographies that have been passed along since the XVIII century report that farmers would dig holes 2 meters deep and they would raise rabbits inside. The rabbits would also dig tunnels in the holes to find repair from wind, cold, warm and rain. The farmers would close these lateral tunnels with rudimental tools that would also help the capture of the rabbits at the right moment. This kind of farming technique allowed the rabbits to grow partly wild, forming groups with a social structure dominated by a male. The rabbit would feed themselves with herbal essences, mostly spontaneous ones, with no need of feed and other food; all this to benefit the flavour of the meat, hard to tear off the bone and with an excellent taste. This tradition risked disappearing but has been recovered in the last years. The races that could be found at one time where local ecotypes, leporine and mousy, that were already there at the time of Greek colonization, these races have been replaced today by the Belgian leper, used as male breeder and also Blue of Vienna and Fulva of Borgogna used as brood.