I castagneti sono parte integrante del paesaggio dell'area collinare di Roccamonfina, dove da secoli rappresentano una preziosa risorsa economica. Il vulcano spento di Roccamonfina, il più vasto edificio vulcanico d'Europa, grazie alla felice interazione fra suolo e clima consente la produzione di frutti di qualità pregiatissima.
La raccolta delle castagne in quest'area, che parte dalla fine dell'estate, ha rappresentato da sempre un evento che, più che il resoconto economico di un’annata agraria, scandiva il periodo dell’anno più importante per tutto il territorio. Infatti, Roccamonfina ospitava, per alcune settimane, il più importante mercato delle castagne dell'intera provincia di Caserta ed era, per il territorio, un avvenimento unico. Esso ha origini antiche (primi del '900) e si svolgeva nella piazza più grande del paese. In questa storica piazza, tutti i produttori di castagne, da settembre fino a tutto ottobre, potevano portare il loro prodotto per offrirlo agli intermediari raccoglitori. L'antico “Mercato della Castagna”, poco alla volta, assunse i connotati di una festa, di un momento anche celebrativo, con la messa di ringraziamento per il raccolto, fino alla musica e alle danze popolari locali. L'Amministrazione comunale e la Pro Loco interpretarono giustamente la voglia e la proposta dei cittadini di voler celebrare l'avvenimento della raccolta e della vendita delle castagne e istituirono, nel 1976, la “Sagra della Castagna di Roccamonfina”.
L'indicazione geografica protetta (I.G.P.) “Castagna di Roccamonfina” è riservata ai frutti appartenenti alle cultivar Primitiva (o Tempestiva), Napoletana (o Riccia, o Riccia Napoletana), Mercogliana (o Marrone), Paccuta e Lucente (o Lucida). La Tempestiva è così chiamata per la sua precocità: grazie anche alle favorevoli condizioni climatiche, è la prima castagna ad essere commercializzata ed apre il mercato fin dagli inizi di settembre.
La zona geografica di produzione comprende l'intero territorio amministrativo dei Comuni di: Caianello, Conca della Campania, Galluccio, Marzano Appio, Roccamonfina, Sessa Aurunca, Teano, Tora e Piccilli, tutti appartenenti alla provincia di Caserta.
La castanicoltura dell'area IGP è stimata in circa 2.500 ettari, quasi tutti destinati alla produzione dei frutti, pari a circa il 20% della SAU totale (con punte anche del 60% in alcuni Comuni), rappresentando, nella maggior parte del territorio, la principale coltivazione. La produzione media annua, fino al 2011 (in epoca pre-cinipide cioè) era di circa 6.000 tonnellate, con un fatturato medio annuo di circa 8-9 milioni di euro, mentre negli ultimi anni, in piena emergenza fitosanitaria, gli esperti hanno stimato una produzione non superiore alle 2000 t per anno. Da un paio d'anni si registra una certa ripresa produttiva, in particolare quest’anno, che fa ben sperare per un pieno recupero del comparto,
L'organismo di controllo sarà il Dipartimento Qualità Agroalimentare (DQA) con sede in Roma, che in Campania già certifica, tra gli altri, la Mozzarella di Bufala Campana DOP, la Melannurca campana IGP, la Rucola della Piana del Sele IGP, il Limone Costa d’Amalfi IGP e il Marrone/Castagna di Serino IGP.