Comuni di Nusco e Sant’Angelo dei Lombardi, in provincia di Avellino.
La pianta del cece è una leguminosa annuale a sviluppo indeterminato, che solitamente arriva a mezzo metro di altezza circa, formando un cespuglio ramificato su cui si notano le foglioline e su cui nascono i fiori. Questi fiori si fecondano da soli e nascono da qui i legumi, a seme singolo o doppio.
Il cece è una pianta molto semplice da coltivare che si adatta bene a tutti i tipi di terreno, anche quelli più poveri e non richiede irrigazione visto che le sue radici, soprattutto a maturazione completa, arrivano molto in profondità permettendole di resistere a lunghi periodi di siccità. Al contrario, aria e terreno eccessivamente umidi possono causare marciumi e malattie a carico sia dell’apparato vegetativo che dei frutti. Come tutte le leguminose, il cece è una pianta ideale per le rotazioni in quanto arricchisce il terreno di azoto. La semina, che di solito comincia da fine settembre o nei primi giorni di marzo, viene fatta effettuando dei solchi distanti 30 cm, in cui impiantare un seme alla profondità di 2-3 cm. E’ preferibile anche piantare 3-4 semi per buca in modo da assicurare più probabilità di germinazione. Il ciclo colturale del cece dura all’incirca 3-4 mesi integrandosi perfettamente in una rotazione colturale e permettendo di coltivare anche altre piante successivamente all’ultimo intervento di raccolta. Resistente sia a basse (0-5°C) che alte temperature, solitamente si raccoglie verso giugno-luglio, quando si vedono i baccelli secchi e anche le piante iniziano a ingiallire. Una volta raccolte, le piante vengono messe al sole ad essiccare, adagiate su teloni di tessuto o plastica, e successivamente battute affinchè i baccelli rilascino il seme. I semi, opportunamente scelti, vengono poi messi all’interno di contenitori riempiti fino all’orlo e chiusi ermeticamente per essere lasciati a bagno una notte intera; in alternativa possono anche essere usati per una nuova semina.
Il cece, originario dell’Asia e chiamato scientificamente cicer arietinum, prende il nome dalla forma vagamente a “testa di ariete” del seme tondo con un paio di spigoli.