Siano e altri comuni della Valle dell’Irno (Bracigliano, Mercato San Severino, Fisciano, Pellezzano, Baronissi, etc.), in provincia di Salerno.
Il prodotto è costituito dai frutti di alcune cultivar tipiche: “SCIAZZA” presente soprattutto a Siano (albero con aspetto espanso – pendente, vigoria medio – elevata, elevata produttività, epoca di fioritura intorno a fine marzo – inizio aprile, epoca di maturazione intorno a fine maggio – inizio giugno; frutto con pezzatura media, colore nero perlato, brillante, polpa spessa e croccante, sapore agro – dolce, elevata resistenza alla manipolazione, buona serbevolezza senza ricorrere ad ambienti controllati); “PAGLIACCIA” o “PALLACCIA” o “PAZZACCIA” o “PALLACCIO” presente sia a Siano che negli altri comuni dell’Irno (albero con aspetto assurgente, elevata vigoria, elevata produttività dopo una fase di accrescimento poco produttiva fino a circa il decimo anno; epoca di fioritura intorno alla seconda decade di aprile, epoca di maturazione intorno alla prima decade di giugno; frutto con pezzatura grande, colore rosso porpora, a maturità scuro pur mantenendo una venatura rossa; polpa molto consistente, sapore agro-dolce, tendente all’acidulo). Altre cultivar sono: “PALERMITANA SAN GIORGIO”, “IMPERIALE”, “MARIA LUISA”.
Gli allevamenti sono prevalentemente di tipo tradizionale, forma a vaso libero, con raccolta manuale per i frutti della parte interna della pianta e impiego di scale per la raccolta sulla parte esterna .Le ciliegie vengono sistemate in cassette forate, per un peso di circa 25 Kg. e trasportate ai centri di lavorazione e commercializzazione.
Si tratta di coltivazioni che caratterizzano il territorio sopra descritto da numerosi decenni e vengono attuate con tecniche tradizionali. Nel complesso la produzione cerasicola del comprensorio viene denominata “CILIEGIA VALLE DELL’IRNO”. Il prodotto è particolarmente apprezzato dal mercato per le ottime caratteristiche organolettiche. Risulta, talvolta, confuso con produzioni di altre zone cerasicole extraregionali a causa di un insufficiente livello di valorizzazione e di conoscenza della zona di provenienza.