Comunicato
[21.11.25] Ieri 20 novembre, presso gli uffici della Direzione Generale Politiche Agricole della Regione Campania, si è tenuta una riunione con le principali associazioni del comparto pesca per affrontare l’emergenza derivante dal recente divieto di pesca del nasello disposto dal Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.
Alla riunione hanno partecipato Confcooperative, AGCI, Unciagroalimentare, Coldiretti Pesca e Federpesca. La Direzione Generale Politiche Agricole e le associazioni presenti hanno condiviso un percorso strategico finalizzato ad individuare soluzioni durature, in grado di coniugare tutela ambientale e salvaguardia dei lavoratori coinvolti dallo stop alla pesca del nasello. Il provvedimento ministeriale, come noto, non riguarda soltanto la pesca a strascico, ma coinvolge anche le imbarcazioni che non utilizzano sistemi trainanti, generando gravi ripercussioni soprattutto sulla piccola pesca costiera.
In base all’accordo raggiunto, la Regione Campania aprirà un bando pubblico per la costituzione di un partneriato formato da associazioni del settore, enti di ricerca e università. Il gruppo di lavoro sarà incaricato di elaborare una valutazione scientifica sull’impatto della piccola pesca sui riproduttori di nasello e di definire misure specifiche per mitigare gli effetti economici e sociali del fermo sulle marinerie locali.
In particolare, il progetto si articolerà in due fasi: una fase di analisi, per acquisire dati puntuali su catture, aree di maggiore produzione e zone di nursery del nasello lungo la costa regionale, con il contributo attivo dei pescatori campani; una fase programmatico-operativa, finalizzata alla definizione di un pacchetto di interventi per rafforzare la sostenibilità ambientale, tra cui l’adozione di attrezzi di pesca più selettivi.
L’obiettivo è duplice: disporre di dati scientifici aggiornati sull’impatto delle attività di pesca sugli stock di nasello e rendere la piccola pesca campana sempre più sostenibile, salvaguardando sia la capacità riproduttiva delle specie sia il reddito dei piccoli pescherecci.
L’iniziativa segna l’avvio di un modello di gestione partecipata, fondato su dati scientifici, per affrontare l’emergenza e costruire soluzioni sostenibili e durature per l’intero comparto.