Servizio Fitosanitario Regionale

Toumeyella parvicornis (Cockerell)
Cocciniglia tartaruga del pino


toumeyella

La cocciniglia Toumeyella parvicornis (Cockerell) è denominata “Pine tortoise scale” = Cocciniglia tartaruga del pino per la particolare morfologia del corpo delle femmine adulte, che ricorda un carapace di tartaruga e per essere infeudata al genere Pinus. Si tratta di un insetto che in ambito europeo non è regolamentato e non rientra in alcuna lista dell’EPPO.

Morfologia

Le uova sono ovoidali, rossastre lucide e lunghe circa 0.4 mm. Le femmine hanno tre stadi giovanili (neanidi) prima dello stadio adulto, mentre i maschi hanno due stadi neanidali, seguiti dagli stadi di prepupa e pupa e dall’adulto alato.

Le neanidi di prima età, ovali, rossicce, dotate di 6 corte zampe, non sono differenziali per sesso. La presenza di particolari pori lungo il margine dorsale è carattere microscopico discriminante e differenzia la neanide di T. parvicornis da quelle di altre specie del genere Toumeyella (Garonna et al., 2015). È l’unico stadio mobile della specie: una volta fissate, contrariamente ad altri coccidi, non si sposteranno più, così come gli stadi di sviluppo successivi. Le neanidi di seconda e terza età femminili, ovali e convesse, di colore verde chiaro tendente al rossiccio, hanno zampe ridotte e non funzionali, durante la maturazione diventano più scure, virando al bruno con piccole macchie nerastre dorsali. Le femmine raggiungono al massimo una lunghezza di 4,4 mm e una larghezza di 3,9 mm e hanno una forma semisferica quando sono fissate e si alimentano lungo l’asse del germoglio. Alcune femmine si rinvengono sugli aghi e si presentano di forma allungata per adattarsi a quest’organo vegetale. Pertanto, morfologicamente si possono distinguere due forme della cocciniglia, in base alla localizzazione dell’attacco, forme note nell’area nativa come bark form e needle form. In genere una forma è predominante sull’altra, a seconda delle condizioni climatiche e della specie di pino su cui si sviluppa l’insetto. Ad esempio, nel Sud degli USA predomina la forma fogliare su Pinus elliotti, P. palustris, e P. taeda, mentre la bark form è tipica della parte settentrionale dell’areale di distribuzione lungo il confine Canada-Stati Uniti (Clarke, 2013); in Campania su P. pinea la bark form è predominante con oltre il 97% di femmine che completano lo sviluppo sulla parte legnosa del germoglio (Garonna et al., 2018).

Quando la popolazione è molto numerosa, le femmine adulte possono trovarsi anche parzialmente sovrapposte l’una sull’altra lungo l’asse dei germogli, a formare fitti manicotti di decine di individui.

I follicoli maschili sono ovali, bianchi, traslucidi, e lunghi circa 3.0 mm. La disposizione delle suture in cui è suddiviso il follicolo maschile è anch’esso un carattere discriminante nell’ambito del genere Toumeyella. I maschi da piccole pupe ovali si evolvono in adulti alati in una o due settimane. I maschi adulti sono alati e sono presenti per un periodo limitato per ogni generazione. Questi si mettono alla ricerca per accoppiarsi e fecondare le femmine che hanno appena terminato la muta finale.

Negli areali di origine, con primavere molto precoci ed estati calde, questa specie può completare due generazioni all’anno mentre nella Georgia del sud sono state osservate anche quattro generazioni all’anno (Clarke, 2013). Nelle isole Turks e Caicos sono stati trovati contemporaneamente tutti gli stadi di sviluppo ed è riportato che, in climi miti, non ha bisogno di svernare (Malumphy, 2012).

Distribuzione 

L’areale d'origine di questa specie aliena è esteso dal Canada meridionale al Messico settentrionale; negli USA è presente in ben 28 Stati (Garcia Morales et al., 2020). Prima del suo ritrovamento in Italia la specie era stata introdotta accidentalmente nell’area caraibica, a Puerto Rico, e nelle isole Turks e Caicos, dove ha portato all’estinzione quasi completa del pino autoctono P. caribaea var. bahamensis (Malumphy et al., 2012). Nel Nord America è considerata una specie poco o per niente dannosa in ambiente forestale, mentre sono noti attacchi in vivaio e in piantagioni commerciali di pino silvestre (Clarke, 2013).

A fine anno 2014 la T. parvicornis è stata accertata per la prima volta anche in Europa in particolare in Campania (Italia) su Pinus pinea, nell’area urbana di Napoli (Garonna et al., 2015). Allo stato attuale la Cocciniglia tartaruga è presente nelle regioni Campania e Lazio.

Da approfondimenti ex-post effettuati attraverso indagini indirette è emerso che i primi sintomi riconducibili ad attacchi di T. parvicornis in Campania sono stati osservati già ad inizio anno 2014 nell’area contigua al Lago Patria (NA). A distanza di pochi mesi la Cocciniglia tartaruga si era diffusa, a macchia di leopardo, in diversi areali del napoletano e del casertano, come è risultato dalle attività di monitoraggio territoriale e raccolta di campioni vegetali eseguite tra dicembre 2014 e gennaio 2015. Dal 2015 è stato affrontato lo studio della biologia della specie in Campania (Garonna et al., 2018), per evidenziare le potenzialità dell’insetto nelle aree di invasione italiane. Al 2020 l’infestazione interessa, se pur non uniformemente, la fascia costiera, dall’alto casertano fino alla città di Salerno, un ampio territorio dove ha contribuito sicuramente già alla morte di molte piante ospiti. Negli ultimi tempi vi è stato un incremento delle segnalazioni anche nei territori interni del beneventano e dell’avellinese.

Aspetti biologici indagati in Campania

La specie è ovovivipara, con deposizione giornaliera di 10-30 uova che schiudono in breve tempo (1-2 ore). Il potenziale biotico della specie è elevato (in media 500 uova/femmina fino a valori di oltre 1000 uova) con la successione di 3 periodi distinti di presenza di neanidi mobili (maggio, luglio, settembre-novembre), che identificano tre generazioni complete ed una quarta parziale. Tali dati hanno evidenziato che il comportamento della cocciniglia in Campania risulta in linea con quanto riportato in letteratura per gli Stati Uniti centro-meridionali. La specie sverna prevalentemente come femmina fecondata con sporadici stadi pupali maschili. La prima ovideposizione dell’anno si verifica a partire dalla fine del mese di aprile e la durata media di una generazione, misurata nel periodo primaverile-estivo, è di 9-10 settimane (Garonna et al., 2018).

Lo studio biologico della cocciniglia T. parvicornis ha messo in evidenza la notevole capacità della specie di insediarsi in nuove regioni geografiche. I dati raccolti hanno mostrato come l’espansione territoriale può avvenire con velocità preoccupante, oltre che per contatto chioma-chioma anche e soprattutto per diffusione passiva ad opera del vento, come già evidenziato sia nell’area nativa e sia in altri territori invasi. Tutto ciò senza considerare altre forme di trasporto passivo lungo le principali vie di comunicazione, favorito dalla presenza di alberature di pino domestico e dal traffico di mezzi pesanti, in grado di creare turbolenze a livello della chioma degli alberi. In Campania, oltre al predetto pino domestico altre specie di pino risultano meno infestate e maggiormente tolleranti la presenza della cocciniglia (es. pino marittimo) oppure raramente o per niente infestate (es. pino d’Aleppo).