Anno di pubblicazione: 2022
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Vi è un preciso momento storico dal quale inizia ogni narrazione, una sorta di spartiacque tra la viticoltura conosciuta sin dal mondo antico e quella nota ad oggi: la seconda metà dell’ 800, in cui “quel male incurabile continuava a diffondersi”.
Si parla ovviamente della fillossera, in grado di “superare vallate e catene di montagne e che l’uomo stesso, ancora ignaro del modo di riprodursi e di propagarsi” (Grandori, 1914) non riusciva a contrastare. Si trattò di uno dei disastri naturali più gravi dell’agricoltura. I danni ai vigneti furono ingenti: la mappa dei vitigni in Europa cambiò radicalmente e molte delle varietà “pre-fillossera” scomparvero.
In Campania non tutto fu perduto: le viti dei Campi Flegrei, quelle del complesso Somma- Vesuvio e quelle intorno al vulcano spento di Roccamonfina, ad esempio, furono risparmiate da questo flagello, complice il suolo vulcanico dei territori che, ancora oggi, nutre le vigne.
Il lavoro, che ho il piacere di presentare, parte da una disamina attenta dei principali caratteri distintivi della vitienologia della Campania per poi trattare, più in particolare, della storia ampelografica di ogni provincia della regione.
Ciò che emerge con forza è l’enorme ventaglio ampelografico, una ricchezza genetica inestimabile di varietà di vite da preservare, valorizzare e tramandare alle future generazioni.
Ulteriore aspetto importante che riaffiora dalla lettura delle pagine è il forte legame storico tra l’uomo e la vigna, un connubio indissolubile.
La vigna segue le vicende umane: essa si espande o si contrae secondo le dinamiche economiche e demografiche della società.
La seconda parte del lavoro è dedicata alla valutazione dell’impatto del PSR Campania 2014-2020 sul settore vitivinicolo, un comparto strategico per l’intera economia agroalimentare della regione, ambasciatore di una massa critica di produzioni a marchio collettivo e non.
Tra le Tipologie di Misure coinvolte, la 4.1.1 “Sostegno a investimenti nelle aziende agricole”, la 4.2.1 “Trasformazione, commercializzazione e sviluppo dei prodotti agricoli nelle aziende agroindustriali, la 21.1.2 “Sostegno alle PMI attive nella trasformazione e commercializzazione nel comparto vinicolo”.
Interventi finalizzati ad un significativo supporto all’ammodernamento delle imprese di settore attraverso un’ottimizzazione dei processi produttivi, un’implementazione della capacità di incantinamento e un generale miglioramento quali-quantitativo delle produzioni.
Interessanti sono i risultati della ricerca proposta dall’Associazione Aglianico Lasco dell’arianese che vede coinvolti 12 aziende agricole, la C.I.A. di Avellino e il Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sull’Aglianico Lasco, antico vitigno coltivato nell’agro di Ariano Irpino. Lo studio, tuttora in essere, è realizzato nell’ambito della Tipologia di intervento 16.1.1. “Sostegno per la costituzione e il funzionamento dei GO del PEI in materia di produttività e sostenibilità dell’agricoltura” - Azione 2 “Sostegno ai Progetti Operativi di Innovazione”. Il progetto di ricerca si propone di valutare le caratteristiche genetiche, ampelografiche e produttive del vitigno e le proprietà qualitative ed enologiche delle uve e dei vini da esse prodotti.
È iniziata, infine, una nuova stagione per l’agricoltura campana dopo il via libera della Commissione europea al PSR per il biennio di transizione 2021-2022. La Commissione europea, infatti, ha approvato l’estensione del PSR Campania 2014- 2020 al biennio 2021-2022, in conformità con il Regolamento (UE) di transizione n. 2020/2220. Il totale delle risorse pubbliche che si aggiungono all’attuale budget del Programma è superiore ai 600mln di euro.
Un'importante iniezione di risorse da sfruttare al meglio per rendere l’agricoltura campana sempre più sostenibile, qualitativa e competitiva.
L’assessore regionale all’Agricoltura
Nicola Caputo