Il nome della varietà o forma deriva dalla caratteristica terminazione ad “uncino” dei muri dell'episporio. È volgarmente indicato come tartufo uncinato e scorzone autunnale rispettivamente in dipendenza della morfologia della parte apicale dei muri dell'episporio e del periodo di maturazione dei suoi ascomi. Il “carpoforo” è subgloboso o lobato ed ha peridio simile al T. aestivum diametro variabile da 1 a 10 o più cm; eccezionalmente sono stati trovati tartufi uncinati di peso superiore ad 1 kg, come accaduto nell'ottobre 2006 nella vicina Basilicata (Rana G.L. & Marino R., dati inediti).
Il suo profumo od aroma è più intenso e gradevole rispetto a quello dello scorzone, dal quale però non si differenzia per i caratteri macro- e microscopici del peridio. La gleba é di colore nocciola scuro e presenta numerose vene aerifere biancastre. I suoi aschi ed ascospore sono simili a quelli di T. aestivum, dal quale si discostano per la presenza di alcuni aschi contenenti 7 spore e per l'altezza dei muri delle spore degli aschi monosporici che raggiungono mediamente i 6,2 cm e terminano, come sopra accennato, ad uncino.
I suoi ascomi maturano, a seconda della latitudine, in autunno ed anche durante la stagione invernale. Cresce in faggete e boschi misti, generalmente in zone più fresche ed umide rispetto allo scorzone estivo. I terreni che lo producono naturalmente sono calcarei e risultano privi di ristagni d'acqua. Vive in simbiosi principalmente con faggio, quercia e nocciolo. Si trova sia in Italia che in Francia ed è molto diffuso nelle faggete. È considerato come un tartufo mediamente pregiato e spunta prezzi superiori a quelli dello scorzone e molto variabili a seconda della pezzatura.