Zootecnia

Zootecnia in Campania


vacche podoliche

La zootecnica è diffusa in quasi tutto il territorio regionale, dalla pianura costiera alla collina interna, ai pascoli demaniali montani e presenta una configurazione molto articolata e spesso complessa. Ad allevamenti razionali si contrappongono a volte realtà tradizionali e pastorali, ma tutte contraddistinte da prodotti caseari di notevole interesse. L'allevamento di razze o tipi genetici animali autoctoni è praticato in tutte le province della Regione, quello bufalino e bovino specializzato da latte, invece, risulta concentrato prevalentemente nelle pianure di Caserta e Salerno. Di rilevante interesse è anche il comparto  ovino, caprino e bovino per le  aziende che adottano sistemi di allevamento di tipo brado e semibrado praticando una  zootecnica estensiva in areali soprattutto di collina e montagna che fanno ricorso per gran parte dell’anno – se non in forma esclusiva – al pascolo quale fonte alimentare principale.  In queste aziende la produzione di latte è spesso destinata alla trasformazione in piccoli caseifici aziendali per la fabbricazione di formaggi tradizionali di grandissimo pregio organolettico e nutraceutico che trovano collocazione soprattutto sul mercato regionale. La trasformazione aziendale del latte e la vendita diretta dei prodotti lattiero–caseari è infatti largamente diffusa in tutte le aree interne della Campania e rappresenta il sistema per recuperare un notevole valore aggiunto sull’attività di allevamento estensivo di bovini ed ovi-caprini. Gli allevamenti delle zone interne, oltre ad assumere una notevole rilevanza economica, svolgono un'importante funzione di presidio del territorio e sono strettamente collegati alla tutela del paesaggio e della cultura rurale. In questi sistemi agro-pastorali si produce latte bovino ed ovi-caprino di ottima qualità, soprattutto per caratteristiche nutraceutiche (acidi grassi insaturi, antiossidanti, polifenoli, CLA).

 Si evidenzia, al riguardo, che il territorio della Regione Campania è rappresentato per circa l’85 % da collina e montagna caratterizzati da ordinamenti produttivi che si basano prevalentemente sulla zootecnia e sulle filiere ad essa collegate e dove troviamo la più alta concentrazione di agro-biodiversità. Le specificità di questi territori, dettate dalle condizioni climatiche e pedologiche, hanno influenzato enormemente gli ecosistemi naturali ed agrari ed in particolare le colture vegetali e le popolazioni animali autoctone. L’attività della popolazione locale sul territorio ha permesso inoltre di conservare queste risorse genetiche vegetali ed animali ed utilizzarle per fini di sostentamento e/o per un commercio locale. Nel corso dei secoli, infatti gli allevatori e i coltivatori hanno saputo adattare le tecniche di coltivazione, di allevamento e trasformazione dei prodotti primari, al proprio biosistema, ed ottenere così produzioni di eccellenza sia dal punto organolettico che nutraceutico, ancora però poco conosciute e valorizzate. In questa ottica l’impresa agricola non rappresenta solo una semplice struttura produttiva, ma è un’impresa fortemente radicata sul territorio e con le comunità locali, in grado da una parte di fornire prodotti di qualità e dall’altra parte di farsi garante della tutela della biodiversità e dei paesaggi, della conservazione e della trasmissione alle future generazioni degli usi e delle tradizioni. Oggi tutto questo è messo a dura prova dallo spopolamento delle zone rurali interne della Campania con il rischio che le popolazioni animali e tipici genetici autoctoni (TGA) e i loro sistemi di allevamento (allevamento allo stato brado e semibrado con prevalente ricorso al pascolo come fonte alimentare) nonché le coltivazioni vegetali ad esse collegate vengano abbandonate e soppiantate da varietà e razze non adattate alle condizioni climatiche e ai sistemi di allevamento tradizionali di collina e montagna  e per questo più esigenti in termini di input energetici, oltre ad essere più vulnerabili a specifiche patologie, come per esempio le parassitosi animali.

News ed eventi

[01.12.25] Sostegno in regime de minimis alle aziende bufaline colpite da brucellosi (BRC) e tubercolosi (TBC) nel periodo 2017-2021: elenco delle istanze ammesse [17.11.25] Indennizzi a favore di aziende ovicaprine danneggiate da Bluetongue negli anni 2024-2025 [28.10.25] Sostegno temporaneo ed eccezionale alle aziende bufaline che hanno subito la distruzione parziale o totale della mandria: determinazione degli importi [11.09.25] Corresponsione contributi ministeriali per sostegno del comparto bovino da carne: quantificazione dell’importo unitario [10.08.25] Sostegno temporaneo ed eccezionale alle aziende bufaline che hanno subito la distruzione parziale o totale della mandria: al via le domande [24.07.25] Corresponsione contributi ministeriali per sostegno all'allevamento razze autoctone e del comparto bovino da carne - proroga dei termini [25.06.25] Sostegno temporaneo ed eccezionale alle aziende bufaline che hanno subito la distruzione parziale o totale della mandria [23.05.25] Tracciabilità della filiera bufalina: dal 26 maggio sarà operativa la piattaforma sul portale SIAN [15.04.25] Criteri di corresponsione contributi ministeriali per sostegno all'allevamento razze autoctone e del comparto bovino da carne - istruzioni operative [04.02.25] Criteri di corresponsione contributi ministeriali per sostegno all'allevamento razze autoctone e del comparto bovino da carne [09.01.25] Emergenza Brucellosi e Tubercolosi - avviso pubblico per l'accesso ai ristori: approvazione degli elenchi delle istanze Archivio news

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Azioni a sostegno delle Microfiliere zootecniche per la valorizzazione delle risorse genetiche campane autoctone e delle relative produzioni

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