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Complesso dell'esca

Anno 2009

A cura del Laboratorio Fitopatologico Regionale

È stato stabilito da recenti ricerche che il mal dell'esca della vite può essere considerato come una sovrapposizione di distinte malattie non obbligatoriamente presenti nello stesso punto del legno ma anche in zone diverse della stessa pianta e si divide in tre tipologie: Malattia di Petri, venature brune delle barbatelle ed esca, tutte insieme formano il complesso esca il cui agente sempre presente nelle viti ammalate è il fungo deuteromicete Phaemoniella chlamydospora (vedi foto), anche se nella malattia può essere coinvolto il genere Phaeoacremonium.

Questi agenti si insediano con maggiore frequenza in parti della pianta interessate alla potatura, ma anche sulla superficie di tronchi e tralci. Da qui i conidi (le spore) trasportati dal vento e dall’acqua si diffondono nell’ambiente.

La Malattia di Petri presenta sintomatologia generalizzata come sviluppo stentato di tutta la pianta o di parte di essa, fuoriuscita di gommosi scura, catramosa; la pianta mostra deperimento, foglie clorotiche fino al blocco dello sviluppo. Il midollo centrale è scuro circondato da un anello nero o da macchie nere diffuse.

La sintomatologia delle venature brune delle barbatelle consiste in uno stato alterato del legno delle barbatelle il quale si evidenzia effettuando una sezione trasversale soprattutto al livello del portainnesto, da cui le striature si allungano verso il basso e verso l’alto. Dalla sezione infatti, le barbatelle mostrano delle punteggiature nere intorno al midollo centrale; contemporaneamente si ha la produzione di gomma di colore bruno.

Il mal dell’esca è la forma classica più conosciuta del complesso, si manifesta con sintomi cloro-necrotici localizzati tra le nervature delle foglie o lungo i margini (vedi foto); man mano tali macchie confluiscono tra di loro e necrotizzano fino a formare un aspetto tigrato. In sezione trasversale del tronco si notano macchie isolate o riunite in gruppi in prossimità del midollo.

Al fine di ridurre l’inoculo dei funghi agenti del complesso dell’esca, è necessario eliminare le piante completamente compromesse o con sintomi conclamati, eliminare dal vigneto (bruciare) tralci e ceppi morti e tutti i residui della potatura; nel disciplinare di lotta integrata includere prodotti fitosanitari sensibili anche ai funghi dell’esca; eseguire trattamenti invernali con prodotti a largo spettro d’azione ed infine impiegare materiale di propagazione sano e certificato.