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Meloidogyne

Anno 2009

A cura del Laboratorio Fitopatologico Regionale

Il genere Meloidogyne appartiene alla famiglia Heteroderidae sono definiti nematodi endoparassiti sedentari delle radici, provocano ingenti danni per la polifagia e per la diffusione, specialmente nelle zone calde e temperate. Le larve di seconda età attaccano le radici compiendovi interamente il loro ciclo e determinando con la loro azione, sia la formazione di cellule giganti, sia il rigonfiamento dei tessuti.

I sintomi sull’apparato radicale delle piante infestate sono inconfondibili: se l’attacco è lieve si possono osservare alcune piccole galle (vedi foto) localizzate solo in una regione della radice; con l’aggravarsi dell’infestazione esse appaiono diffuse e possono assumere dimensioni notevoli fino a formare cordoni ed arrivare a deformare tutto l’apparato radicale che può andare incontro a completa degradazione o marcescenza. Sulla parte epigea delle piante si osservano sintomi aspecifici costituiti da un ritardo dello sviluppo, una riduzione quantitativa e qualitativa della produzione e, nei casi più gravi, ingiallimenti e disseccamenti precoci. In campo generalmente questi sintomi si osservano inizialmente a chiazze o a bande circoscritte che in seguito, negli anni successivi, possono essere sempre più estese fino a interessare l’intero appezzamento. Nelle coltivazioni ortive non è raro osservare perdite di produzione superiori al 50% a causa delle gravi alterazioni fisiologiche intervenute: l’apparato radicale, in conseguenza alla formazione delle galle, subisce una forte riduzione della sua capacità di assorbire acqua e sostanze nutritive. Inoltre spesso, pur non essendo in grado di trasmettere virus, i nematodi galligeni favoriscono la penetrazione di patogeni fungini (es. Verticillium spp., Fusarium spp., Phytophtora spp., Rhizoctonia spp.) e batterici che complicano il quadro sintomatologico.

La difesa delle colture dai nematodi può essere condotta attraverso l'impiego di mezzi di lotta chimici e mezzi di lotta alternativi:

I mezzi di lotta agronomici sono fondamentali per prevenire l'insorgenza di infestazioni critiche e mantenere entro livelli di accettabilità le popolazioni di questi parassiti. Tali metodi consistono in: limitare l'inoculo attraverso l'impiego di strumenti di lavoro, di terriccio o di acqua d'irrigazione non infestati da nematodi; impiegare piante esenti da nematodi; eliminare i residui colturali; effettuare lavorazioni estive del terreno; favorire il drenaggio del terreno; eseguire concimazioni organiche; effettuare ampie rotazioni colturali; usare piante nematocide o nematostatiche come colture da sovescio intercalari.
Per quanto riguarda la lotta chimica, esistono in commercio diversi nematocidi di cui alcuni sono a basso impatto ambientale, e per coloro che utilizzano il disciplinare di lotta integrata, a seguito di conferma della presenza delle Meloidogyne sp. attraverso analisi di laboratorio, durante quest’anno è stato autorizzato un trattamento con metam sodio, o metam potassio, o dazomet con le limitazioni d'uso previste dalle norme tecniche per la difesa fitosanitaria ed il diserbo integrato delle colture (DRD n. 18/09).