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Monitore fitosanitario

Anno 2010

A cura del Laboratorio Fitopatologico Regionale

Nell’arco di quest’anno in Campania sono emerse alcune problematiche particolarmente rilevanti che hanno coinvolto vari settori nell’ambito della consulenza fitosanitaria.

Per la prima volta in Campania viene individuata la presenza certa del dittero Tephritidae Rhagoletis completa Cresson su noce, principalmente nelle province di Napoli e Avellino. Tutto l’areale è stato attaccato dalla mosca del noce, senza distinzione di varietà (cultivar Sorrento, Malizia, California, Hartley e Chandler), distruggendo buona parte del raccolto: il danno diretto è dovuto alla perdita del 30% dei frutti per cascola, stimabile ad un equivalente di 600 kg/ha di prodotto in guscio. Il danno indiretto, si può addebitare al minor valore del prodotto ottenuto, che può essere destinato solo alla sgusciatura, a causa dell’imbrunimento del gheriglio.

Sempre sul noce, nel nolano è stata diagnosticata la presenza di cancri indotti dal batterio Brenneria nigrifluens che ha colpito i grossi tronchi, mentre sugli apici vegetativi si è trovata l’antracnosi  provocata dal fungo Ascomycotina Gnomonia juglandis; tali agenti hanno portato al deperimento di interi noceti (vai a foto).

In termini economici, da una produzione lorda vendibile di noci secche stimabile in un valore variabile da 4.000–18.000 €/ha a seconda delle varietà, si passa a 1.400 €/ha di noci difettose vendute per sgusciati, per granigliati e farine.

Gravi danni si sono verificati anche in diversi noccioleti del nolano, a causa della presenza della gleosporiosi indotta da Gloeosporium coryli che provoca la strozzatura e la cascola degli amenti e la necrosi delle gemme con conseguenti danni ai giovani rametti.

In diversi giardini e parchi campani (Napoli, Eboli, Portici, Capua, Teverola, Salerno e Casoria) per la prima volta è stata accertata la presenza della psilla Glycaspis brimblecombei che ha danneggiato le piante di eucalipto provocando  gravi defogliazioni fino alla morte della pianta. L’attacco è facilmente riconoscibile per la formazione delle caratteristiche “lerps” sulle foglie, prodotte dalle forme giovanili dell’insetto.

L’andamento climatico annuale ha favorito anche lo sviluppo di popolazioni degli acari Panonychus ulmi, Tetranicus urticae, Eotetranychus carpini su diverse specie; l’aumento dell’incidenza del Tomato Spot Wilt Virus (TSWV), ha fatto registrare attacchi anche sulla lattuga, accompagnati da processi di marciume batterico; le ortive (pomodoro, peperone, melone, zucchino, melanzana) sono state colpite da nematodi fitoparassiti appartenenti al genere Meloidogyne; infine le piante ornamentali bulbose hanno subito danni derivati dal nematode fitoparassita Pratylenchus penetrans. La presenza dei nematodi è probabilmente dovuta all’eccessivo sfruttamento del terreno, alla monocoltura e/o alla minore possibilità di utilizzare prodotti fitosanitari a grosso impatto ambientale.