Il nome comune della malattia, è il cancro colorato del platano, per la tipica colorazione che il fungo causa all'esterno degli organi legnosi colpiti. L'agente è la Ceratocystis platani (J. M. Walter) Engelbr & T. C. Harr. (= Ceratocystis fimbriata Ellis. Et Halsted f. sp. platani Walter), è un fungo "ascomicete" di origine americana.
Il fungo colpisce diverse specie del genere Platanus tra le principali si ricordano: P. occidentalis, P. orientalis, P. hybrida. E' arrivato in Europa presumibilmente durante la seconda guerra mondiale, attraverso le aree portuali del Mediterraneo. Attualmente in Europa è presente, oltre in Italia anche in Francia, Spagna e Svizzera. Dopo la seconda guerra mondiale si è diffuso rapidamente in molte regioni italiane. In Campania si suppone che l'infezione sia partita dall'areale di Caserta (Reggia) tra il 1944 ed il 1945, con materiale infetto portato dalle Truppe Alleate . Il patogeno risulta essere molto virulento pertanto sono state imposte delle misure fitosanitarie per il contenimento dell'infezione attraverso Decreti ministeriali (DM) che recano " Disposizioni sulla lotta obbligatoria contro il cancro colorato del platano Ceratocystis platani". Il vigente D.M. 29/02/2012 di lotta obbligatoria, tra l'altro impone che i comuni o i privati che devono effettuare potature, abbattimenti o scavi sottochioma di platani devono comunicarlo preventivamente al Servizio Fitosanitario.
La potatura è consentita solo durate il riposo vegetativo e precisamente tra la fine caduta foglie e l'inizio apertura delle gemme. Gli abbattimenti devono essere effettuati nei periodi asciutti ed in assenza di vento con le modalità indicate nelle disposizioni ministeriali vigenti . Dopo gli abbattimenti il legname infetto deve essere trasportato nel più breve tempo possibile dal taglio, adottando tutte le precauzioni volte ad evitare la disseminazione del patogeno. In particolare i mezzi che effettuano lo spostamento del legname infetto e della segatura dovranno essere muniti di copia del verbale di abbattimento che costituisce altresì l'autorizzazione allo spostamento locale, rilasciata dal Servizio Fitosanitario secondo quanto previsto dall'articolo 15 del Decreto legislativo n. 214/2005.
Di seguito sono riportati i dati dei monitoraggi degli ultimi 10 anni, relativi alle infezioni riscontrate durante i controlli fitosanitari.
- Nel 2006 su 22 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2007 su 22 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2008 su 36 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2009 su 32 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2010 su 22 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2011 su 20 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2012 su 18 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2013 su 47 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2014 su 45 campioni analizzati sono risultate:
- Nel 2015 su 29 campioni analizzati sono risultate:
1 pianta infetta nel comune di Baiano e 2 piante infette nel comune di Montella.
Focolai infettivi riscontrati nell'ultimo decennio sul territorio campano
Provincia |
Comune |
Località |
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Avellino |
Avellino |
viale Italia,via De Gasperi, via Verdi ,via Partenio, via Gussone |
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Baiano |
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Manocalzati |
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Montella |
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San Potito Ultra |
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Caserta |
Teano |
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Napoli |
Napoli |
Rione Traino |
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Nola |
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Palma Campania |
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Roccarainola |
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Salerno |
Salerno |
via Clark , via Allende |
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San Marzano sul Sarno |
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Approfondimento
Il fungo, trasmette la tracheomicosi che si manifesta all'esterno, a livello della corteccia con i sintomi di annerimento ed arrossamento, e all'interno colonizzando i vasi per ampi tratti anche oltre il margine del cancro. Il fungo si presenta con lo stadio sessuato ed asessuato.
Lo stadio sessuato è caratterizzato da periteci superficiali, di colore scuro costituiti da una base globosa con diametro variabile da 120 a 330 μm, con ife alla base e un lungo collo, bruno-nero, formato da tre o più strati di ife longitudinali, misurante da 400 fino a 1000 μm provvisto all'apice di una calotta mucillagginosa e di ife ostiolari ialine generalmente erette a maturità. La lunghezza totale del peritecio può così superare agevolmente il millimetro. Gli aschi si decompongono precocemente, le ascospore sono unicellulari hanno forma ellittica, appiattita su di un lato e misurano 3.5-8 x 2.5-6 μm, le dimensioni variano a seconda del substrato e tendono ad aumentare in colture artificiali, dove i periteci si differenziano generalmente in una settimana. Lo stadio asessuato o anamorfico è costituito da una coniogenesi fialidica e da tre tipi di fruttificazioni agamiche:
L'attività del fungo è fortemente influenzata dalla temperatura, è massima a 25°C, minima a 5-10°C ed praticamente nulla al di sopra dei 35°C. Oltre che dalla temperatura la velocità di sviluppo del micelio è influenzata dall'umidità e dalla presenza di ossigeno. La germinazione dei conidi cilindrici è molto rapida con condizioni termo-idrometriche favorevoli. Il patogeno inoltre mantiene la sua infettività fino a 30 giorni a temperatura di 40°C; anche la segatura mantiene la sua infettività per un lungo periodo dopo il suo interramento. Il fungo non possiede capacità saprofitaria competitiva, infatti perde facilmente la caratteristica di isolabilità (perciò in alcuni casi per isolare il patogeno è necessario l'inoculazione del materiale su porzioni sane di piante vive).
Il fungo invece si mantiene vitale per molto tempo, resistendo alla competizioni degli altri organismi insediatesi e mantiene la sua infettività anche dopo aver perduto da lungo tempo la sua isolabilità. Sembra accertato che il fungo mantenga la sua patogenicità fino a 24 mesi dalla morte della pianta attraverso la forma di conservazione per clamidospore, prodotte nei vasi durante il processo infettivo.
Epidemiologia
Esiste un'alta relazione tra i tessuti del platano e il patogeno. La presenza del patogeno rallenta i processi di cicatrizzazione, pertanto sono molto pericolose le potature invernali. L'infezione si diffonde attraverso le anastomosi radicali, infatti il patogeno riesce ad infettare altre piante con il passaggio dalla zona basale alle radici. Inoltre il fungo può diffondersi anche per presenza di lesioni prodotte da patogeni o parassiti. La diffusione della malattia avviene quindi, principalmente a causa di:
Sintomatologia
Questa malattia può avere sintomatologia acuta (improvvisa) o cronica (lenta), entrambe
terminano con la morte della pianta.
La fase acuta si manifesta quando il fungo infetta le piante da fine primavera in poi, e si manifesta con improvvisi disseccamenti di parte della chioma; in particolare le foglie appassiscono in pochi giorni e rimangono attaccate al ramo per molto tempo, in quanto non si forma il setto di abscissione.
La fase cronica si manifesta invece con un generale deperimento della pianta, che può durare fino a tre anni, in particolare con produzione di molte foglie piccole e clorotiche, vegetazione in ritardo, stentata ed infine disseccamenti precoci.
I sintomi sul tronco sono manifestati da cancri di forma ellissoidale o triangolare lungo il tronco, nei quali il ritidoma è depresso, con crepe di colore marrone più o meno scuro, non si evidenzia la formazione del callo, perché la presenza del patogeno rallenta i processi di cicatrizzazione.
- Sui fusti della specie P.occidentalis (con corteccia liscia e sottile grigio chiara) è facile individuare colorazioni anomale rosso-bluastre o vinose che percorrono il tronco, simili a fiammate;
- Sui fusti della specie P.orientalis, a corteccia spessa, le alterazioni si notano più tardivamente, con la depressione e la presenza di fessure sulla corteccia che portano poi al suo distacco.
La pianta naturalmente reagisce emettendo polloni lungo il fusto, che col tempo disseccano quando le piante sono gravemente ammalate. Sezionando il tronco sono visibili, nelle piante affette, necrosi nel legno, colletto e radici.
Diagnosi
Per quanto riguarda la diagnosi può essere effettuata visivamente, valutando i tessuti vivi nella parte sottocorticale, in corrispondenza dei margini dei cancri , si nota la tipica colorazione bruno nerastra disposta a macchia di leopardo. La presenza del fungo viene confermata da analisi di laboratorio attraverso la valutazione morfologica delle forme agamiche del fungo e/o anche dei periteci. Per i casi in cui non è chiara la presenza del patogeno si può ricorrere a sistemi di identificazione molecolare.
DECRETO 29 febbraio 2012 - G.U. n° 100 del 30.04.2012 (pdf 1.8 Mb)