Nel mese di Settembre 2015 è stata accertata un'epifiziia virale in crisantemo coltivato in serra con incidenza del 90 % in piante colpite severamente. Furono osservati sullo stelo "streak" necrotici, depressi – accompagnati da alterazione discromica bruno-rossastra del tessuto circostante - principalmente nella parte medio-prossimale della pianta: le striature evolvevano in lesioni ed incisioni invasive fino al midollo che via via imbruniva e perdeva vitalità. Lo stelo s'incurvava e distorceva fino a spezzarsi e rendere così improponibile al mercato il fiore reciso. All'altezza dei cancri si osservavano foglie maculate, contorte, contrassegnate nelle prime fasi da anulature clorotiche di varia entità.
In casi del genere il livello di guardia dev'essere alzato: la sindrome sembrerebbe coincidere per più di un aspetto con quella provocata da Chrysanthemum stem necrosis virus, NCSV, organismo nocivo in Eppo List A1. In effetti l'allarme è subito rientrato perché gli esami di laboratorio hanno confermato in tutti i campioni la presenza di TSWV. Tomato spotted wilt virus è non meno pericoloso ma ben conosciuto ed insediato tospovirus: responsabile della diffusione del virus sono i tripidi, il cui controllo dev'essere attentamente gestito fin dall'impianto della coltivazione.
Il tripide allo stato larvale, acquisisce il virus da piante infette: per tale motivo è essenziale il contenimento della vegetazione infestante. L'adulto trasferisce il virus da pianta a pianta provocandone l'infezione. E' importante sottolineare che dalle uova deposte da femmine infette fuoriescono larve sane che quindi possono a loro volta infettarsi solo se si alimentano in piante, spontanee o no, già infette.
I consumatori di fiori recisi sono notoriamente esigenti ma il Lilium in particolare dev'essere privo di ogni difetto. In Campania è stata descritta recentemente la sindrome provocata da Plantago asiatic mosaic virus, PlAMV: si tratta di un potexvirus che si diffonde per contatto. Le foglie assumono un aspetto rugginoso; con più o meno rapido decorso, striature lineari fogliari, si trasformano in ulcerazioni necrotiche che vanno confluendo, specie nella zona mediale dello stelo e in prossimità della fioritura.
Massima attenzione dev'essere posta nell'impiego di bulbi sani; la disponibilità di un protocollo diagnostico affidabile sulla matrice bulbi è un valido strumento per affrontare questa nuova minaccia del lilium al momento dell'impianto.
Per approfondire si veda l'articolo in Informatore Agrario n. 45/2015
In coltivazioni invernali di sedano è stata riscontrata una virosi di gravità inaspettata sostenuta da Celery mosaic virus, CeMV. L'epifizia è da porre in relazione con l'introduzione di ibridi a ciclo breve e con il conseguente avvicendamento forzato dei cicli produttivi. In campo si manifesta un appariscente giallume delle piante che si presentano di taglia ridotta e con laciniatura spinta della lamina fogliare, talvolta piegata a cucchiaio. Nella foglia compaiono giallumi perinervali che s'infiltrano nel tessuto parenchimatico conferendo nell'insieme un aspetto "fiammato" al lembo. Il virus si trasmette in maniera non persistente tramite vettori afidici.
Approfondimenti sono disponibili consultando l'articolo <<Epifizie del virus del mosaico del sedano in Campania>> pubblicato nella rivista <<Protezione delle colture>> n. 5-2015, editore ACE International.