[14.05.2019] ll valore dell’ascolto degli stakeholder nel processo di programmazione della politica agricola della Campania post 2020. Se ne è parlato al Forum PA di Roma nel corso di un convegno dedicato alla Conferenza Agricola Regionale (CAR), con cui la Regione Campania sta scrivendo - insieme agli attori del settore primario e, più in generale, dello sviluppo - una nuova strategia calibrata sui reali bisogni degli operatori agricoli e dei territori rurali.
Sono intervenuti al convegno per la Direzione Generale Politiche Agricole, Alimentari e Forestali il direttore generale Filippo Diasco e i dirigenti Claudio Ansanelli (UOD Ufficio di Supporto alla Programmazione e alla Gestione di programmi ed interventi previsti dalla Politica Agricola Comune), Maria Passari (Staff DG e UOD Ufficio centrale Pesca e acquacoltura) e Daniela Lombardo (UOD Ufficio Centrale Supporto alle imprese del settore agro-alimentare). Presente anche Antonio di Gennaro, esperto in politiche agricole della Regione Campania.
L’Amministrazione regionale ha deciso di fondare sull’ascolto la programmazione della politica agricola post 2020. Da questa visione è nato il progetto della Conferenza Agricola Regionale, realizzato con il supporto del Formez. Si tratta di un percorso di condivisione che vede il coinvolgimento di un’ampia comunità di riferimento, i cui confini superano quelli tradizionali degli interlocutori del settore primario. L’idea è che, in questa particolare fase storica, l’agricoltura non possa bastare a se stessa e che, dunque, lo sviluppo delle aree rurali dipende fortemente dalle politiche extra-agricole.
In tale ottica, i cinque tavoli dedicati alle tematiche considerate strategiche per il futuro dell’agricoltura e delle aree rurali della Campania - gestione dei rischi in agricoltura, sostenibilità ambientale e adattamento ai cambiamenti climatici, vivibilità delle aree rurali, competitività e sistema della conoscenza, dell’innovazione e dell’informazione nell’agroalimentare - hanno visto la partecipazione attiva non solo degli attori del settore primario (associazioni di categoria, organizzazioni di produttori, ordini professionali, ricerca e università, etc.), ma anche dei diversi settori dell’Amministrazione regionale e degli operatori pubblici e privati provenienti da altri ambiti.
Grazie a questa impostazione è nata un’articolata rete di attori, le cui interazioni/contaminazioni animeranno anche il prosieguo del processo di programmazione intrapreso con la Conferenza Agricola Regionale.