[07/08/2018] La Giunta regionale della Campania, nel corso della seduta odierna, ha approvato il disegno di legge “Nuove norme in materia di bonifica integrale e di riordino dei consorzi di bonifica” che apporta una profonda rivisitazione organica della disciplina dei consorzi di bonifica, adeguando la normativa regionale in materia, ferma al 2003, ai più recenti orientamenti di politica territoriale che riconoscono alla bonifica integrale, in una concezione evolutiva, una polivalenza funzionale.
La bonifica è intesa come strumento per la conservazione e la difesa del suolo, la manutenzione del territorio e prevenzione del dissesto idrogeologico, la razionale provvista e gestione delle acque a prevalente uso irriguo e per la salvaguardia e valorizzazione dello spazio rurale e dell’ambiente.
Particolare attenzione è stata dedicata ai problemi di tipo finanziario degli enti consortili. “Abbiamo previsto disposizioni - sottolinea Franco Alfieri, capo della segreteria del Presidente - per il risanamento dei consorzi che versano in condizione di grave deficit: entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, ogni ente consortile dovrà effettuare un’apposita indagine per verificare se sussiste una situazione di dissesto o grave difficoltà finanziaria. In caso affermativo, i consorzi saranno invitati a redigere piani di risanamento finanziario, sulla scorta dei quali sarà poi predisposto un disegno di legge ad hoc per risolvere questa criticità”.
“Puntiamo - aggiunge Alfieri - all’efficientamento e alla riduzione dei costi, principi già contemplati dalla legge regionale del 2003 ma mai pienamente attuati. È previsto il riordino territoriale dei comprensori di bonifica, per tenere meglio conto delle problematiche idrauliche e di difesa del suolo e a garanzia della sicurezza dei cittadini. Ciò si potrà realizzare anche con la riduzione del numero dei Consorzi a mezzo di fusione, il che farà conseguire economie di scala e, quindi, risparmi per i contribuenti”.
Sempre ai fini del contenimento dei costi di funzionamento, è prevista la riduzione del numero degli organi e dei componenti gli organi consortili (da 5 gli organi diventano 4 mentre i componenti del CdA saranno al massimo 9, di cui solo 3 avranno diritto all’indennità di carica) e l’istituzione del Revisore unico in sostituzione del Collegio dei Revisori dei conti. Inoltre, la Regione, anziché rimborsare ai Consorzi i costi che sostengono per l’energia elettrica che alimenta le idrovore, in mancanza delle quali molti territori sarebbero interessati da risalite di acqua di falda, provvederà a farsi carico direttamente di tali costi, facendo un’unica gara per selezionare il fornitore dell’energia: ciò consentirà di ottenere risparmi significativi nel giro di pochi anni.
“Nell’ottica della semplificazione e dell’efficacia, punto qualificante dell’azione di questa Amministrazione - conclude Alfieri - abbiamo snellito l’impianto rispetto alla normativa vigente e, contestualmente, introdotto istituti e misure precedentemente non contemplati”. Tra questi: i contratti di fiume, per la tutela e valorizzazione dei territori fluviali con il coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati interessati; il controllo di gestione, per la verifica continua dello stato di avanzamento dei programmi e dell’uso corretto, efficace ed efficiente delle risorse; il risparmio idrico, da perseguire con la promozione dell’ammodernamento degli impianti irrigui e l’ottimizzazione delle pratiche irrigue, anche mediante strumenti di rilevazione agrometeorologici e sistemi di divulgazione telematica.
Inoltre, entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge, la Regione si adopererà per effettuare, per la prima volta nella sua storia, il censimento delle opere di bonifica e difesa del suolo e dei canali naturali presenti sull’intero territorio campano. L’obiettivo è individuare il soggetto (Consorzio di bonifica o Ufficio del Genio civile della Regione) che avrà la competenza nella gestione delle opere e dei canali regionali e nell’espletamento di altre attività. In tal modo, saranno superate le incertezze che sono all’origine di molte delle problematiche e dei contenziosi, verificatisi negli ultimi anni, tra l’Amministrazione regionale, gli enti consortili e, talvolta, i comuni.