Tartufi

Progetto pilota per la produzione a livello sperimentale di piantine micorrizate con specie di tartufo – Tuber aestivum Vitt. - di origine autoctona della Campania


Negli anni passati è stato condotto da parte della regione Campania un importante lavoro di indagine per definire l'entità del patrimonio tartuficolo regionale e le potenzialità di sviluppo di questo settore. Tali ricerche hanno contribuito a mettere in evidenza la presenza abbondante e diversificata di numerose specie di tartufo, molte di pregio elevato, in modo abbastanza diffuso sul territorio.

Infatti, oltre al più noto e diffuso Tuber mesentericum, tartufo nero ordinario o di Bagnoli, sono stati individuati e studiati altri tartufi diffusi in Campania tra i quali i più importanti sono il Tuber aestivum, noto anche come tartufo estivo o scorzone, il Tuber borchii, detto anche tartufo bianchetto, il Tuber uncinatum, il Tuber moschatum, il Tuber brumale e il Tuber magnatum, il celebre e rinomato tartufo bianco.

Tale lavoro è stato accompagnato dal sostegno legislativo che ha contribuito a regolamentare il settore, definendo anche gli interventi e le procedure per il miglioramento delle tartufaie esistenti e per i nuovi impianti, nonché dalle attività delle associazioni tartuficole riconosciute che hanno contribuito alla valorizzazione e al controllo del tartufo, nei diversi territori della regione Campania.

Nello specifico la normativa regionale vigente (L.R. n. 13/2006 e ss.mm.ii e Reg. n° 3/2007) consente di mettere a dimora piante tartufigene per l'incremento della tartufaia naturale (tartufaia controllata) e per la costituzione di nuove tartufaie (tartufaia coltivata), garantite a mezzo di certificazione che attesti, in particolare, l'idonea ed avvenuta micorrizazione, la specie della pianta simbionte e la specie di tartufo utilizzata.

In tale contesto, assume importanza fondamentale poter disporre di piante autoctone tartufigene micorrizate utilizzando specie di tartufo provenienti dal territorio campano, attualmente non disponibili, allo scopo di rispettare gli equilibri degli ecosistemi da una parte e valorizzare ulteriormente il prodotto ottenuto.

Una strategia di intervento, definita dalla Regione Campania con l'Osservatorio dell'Appennino Meridionale, è stata quella di arrivare alla individuazione e caratterizzazione di ceppi di micorrize per le specie di tartufo di maggiore interesse economico ed alla definizione, in collaborazione e l'Università di Perugia, di protocolli utili nella fase di micorrizazione da utilizzare per la produzione di specie forestali autoctone micorrizate, di qualità, controllate e certificate da mettere a disposizione degli operatori per il miglioramento delle tartufaie esistenti e per i nuovi impianti nella regione Campania, finanziabili anche dal PSR Regione Campania 2014-2020 (Misura 8.1 Azione A).

Tale attività, avviata presso l'Azienda Improsta nell'autunno 2016 e da svolgere in più anni, ha previsto una fase sperimentale che ha permesso la micorrizazione con Tuber aestivum di circa 2.000 piantine di alcune specie forestali (quercia, carpino, pino e nocciolo) nonché la definizione dei protocolli per i controlli di verifica dell'avvenuta micorrizazione.

L'attività dovrà essere verificata ed integrata nei prossimi anni estendendola ad altre specie di tartufo, oltre allo scorzone, di elevato interesse della Regione Campania.