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La tabacchicoltura campana: qualità e riconversione - I Quaderni dell'Innovazione Risultati raggiunti con la Misura 124 del PSR Campania 2007/2013


Anno di pubblicazione: 2016

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Con la Misura 124 del PSR 2007-2013 la Regione Campania ha finanziato 8 progetti con la finalità di rispondere ad entrambe le esigenze. I Progetti che hanno avuto come obiettivo quello di individuare alternative al tabacco per alcune aziende che avevano abbandonato il settore sono stati:

BIRTA, con l'intento di esplorare le potenzialità di varietà di orzo distiche autoctone e di luppolo per la produzione di birre artigianali nelle zone del Beneventano (Valle Caudina e Telesina) dove la ricerca di ordinamenti colturali alternativi al tabacco resta una priorità.

CINAQUALITY, per sviluppare una cinaricoltura di qualità con l'utilizzo di piantine da seme di ibridi F1, anziché da carducci e meristemi, che consentano di evitare alcune operazioni colturali come la scarducciatura e quindi di abbattere i costi di produzione connessi.

IAAS e DODIS, destinati a verificare, per alcune aziende del beneventano e del casertano prima dedite alla tabacchicoltura, la fattibilità di introdurre la coltivazione della Stevia per l'estrazione dalle foglie di un dolcificante che può essere usato in sostituzione del saccarosio per la preparazione di prodotti alimentari.

RIPOT, con l'obiettivo di indagare la possibilità di introdurre piante officinali in alcune aziende tabacchicole campane in considerazione del forte interesse dei consumatori verso prodotti naturali e a basso impatto ambientale.

I progetti che hanno avuto come obiettivo il miglioramento della fase primaria della filiera del tabacco, con ripercussioni anche sulla fase organizzativa per la prima trasformazione, sono stati:

FIRERIBE, che ha riguardato i tabacchi del gruppo 04, come il KentucKy intervenendo con protocolli di concimazione per migliorare la qualità del prodotto nella tipologia tradizionale (trinciato) più adatti alla manifattura dei sigari toscani e con protocolli di difesa fitosanitaria dalla pulce del tabacco al fine di promuovere la reintroduzione di tabacchi autoctoni dell'area beneventana (Riccio Beneventano) per ottenere nuove tipologie di prodotto (fascia e fascetta) destinate alla produzione di sigari, con la possibilità di incrementare il valore aggiunto aziendale.

FITASBE, che ha previsto il miglioramento qualitativo delle produzioni di tabacco delle varietà scure (gruppo varietale 03) per la produzione di prototipi di sigari e affini beneventani da avviare, dopo validazione sul mercato, in produzione industriale e quindi al recupero dell'identità culturale del tabacco per la provincia di Benevento.

TABIT, che ha avuto come obiettivo quello di trovare soluzioni tecniche ed agronomiche per introdurre la meccanizzazione nella fase di raccolta del Burley al fine di abbassare i costi di produzione del tabacco. Tutto ciò nel rispetto della qualità delle produzioni e dell'ambiente.