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Attivato il Registro telematico del vino dal Ministero delle Politiche agricole

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Dal 1° gennaio è pienamente operativo e obbligatorio il Registro telematico del vino, che consente di eliminare i registri cartacei compresi gli adempimenti connessi con la vidimazione.

L'attivazione - che rientra nel piano di azioni di semplificazione previste dalla legge Campolibero e poste in essere dal Ministero delle Politiche Agrarie, Alimentari e Forestali - rende l'Italia l'unico Paese al mondo ad avere i dati sulla produzione vinicola in tempo reale grazie al registro telematico.

Per andare incontro alle esigenze delle imprese, dall'1 gennaio e fino al 30 aprile 2017, in sede di controllo gli operatori potranno giustificare le operazioni non registrate online attraverso documenti cartacei senza essere sanzionati.

Sono obbligate ad avere il registro le persone fisiche e giuridiche e le associazioni che, per l'esercizio della loro attività professionale o per fini commerciali, detengono un prodotto vitivinicolo vale a dire:

  • i titolari di stabilimenti o depositi che eseguono operazioni per conto di terzi che devono effettuare le registrazioni nel proprio registro telematico, distintamente per ciascun committente, indicando i vasi vinari utilizzati;
  • i titolari di stabilimenti di produzione o imbottigliamento dell'aceto che devono effettuare le registrazioni di carico e scarico e di imbottigliamento;
  • i titolari di stabilimenti che elaborano bevande aromatizzate a base di vino che devono effettuare le registrazioni dei prodotti vitivinicoli introdotti e le successive utilizzazioni/lavorazioni.

Per la trasmissione delle operazioni di carico e scarico è possibile utilizzare sia il sistema online per la registrazione diretta delle operazioni che il sistema di interscambio di dati in modalità web-service.

Tutti gli operatori si devono autenticare sul portale internet del MIPAAF (http://mipaaf.sian.it) con le proprie credenziali e procedere all'abbinamento del proprio CUAA (Codice Univoco Azienda Agricola) con i codici ICQRF dei propri stabilimenti.

(fonte: comunicato stampa
Ministero Politiche Agrarie, Alimentari e Forestali)