Servizio Fitosanitario Regionale

Clavibacter michiganensis su Pomodoro


clavibacter su pomodoro


A fine inverno 2016 nel comune di Vico Equense, Fraz. Montechiaro è stata segnalata una problematica a carico di 2000 piantine di Solanum lycopersicum  ecotipo " Sorrento"  coltivate in polistiroli alveolari e seminate in febbraio utilizzando  seme autoriprodotto.

Il pomodoro di Sorrento è una coltivazione tradizionale di tutti i comuni della costiera sorrentina, produce un frutto di grossa pezzatura dalla forma rotondeggiante,  costoluto  di colore rosso chiaro tendente al rosa con sfumature verdi alla raccolta. Ha una polpa deliziosa, carnosa e compatta dal sapore dolce e delicato. Negli ultimi anni, sta acquisendo un interesse commerciale sempre maggiore, grazie alle ottime proprietà organolettiche.

Il 10- 15%  delle piantine presentavano sviluppo stentato e sintomi tipici del Cancro batterico . I campioni sono stati sottoposti ad analisi di laboratorio per l'isolamento e l'identificazione di Clavibacter michiganensis  subsp. michiganensis. Tutte le analisirealizzate (isolamento su terreni selettivi, identificazione tramite sistema Biolog) hanno dato esito positivo confermando la presenza del patogeno.

In Italia questa malattia è segnalata in diverse aree di coltivazione del pomodoro che non è, tuttavia, l'unico ospite di Clavibacter michiganensis subsp. michiganensis il quale è che è in grado di infettare anche solanacee spontanee. Il batterio si trasmette prevalentemente  attraverso i semi infetti e  le operazioni colturali, l'acqua di irrigazione e la pioggia  sono i principali fattori che favoriscono la diffusione in campo della malattia. Per questo motivo la lotta da attuare contro il cancro batterico deve essere prevalentemente a carattere preventivo.

Sintomi

I sintomi di cancro batterico possono essere visibili sia sulle piante giovani che sulle piante adulte nelle fasi finali del ciclo vegetativo, e su queste ultime possono essere confusi con le manifestazioni di senescenza. Non è frequente che i sintomi  della malattia si manifestino nel periodo di permanenza in vivaio; il patogeno ha infatti uno sviluppo lento  e, in pieno campo il periodo più idoneo per la loro osservazione si verifica di norma tra la fase di allegagione e la fase di inizio della maturazione dei frutti (luglio-agosto). I sintomi di cancro batterico sono osservabili su tutti gli organi della pianta. Le foglie, ancora verdi, inizialmente appassiscono e  e si ripiegano verso il basso, di norma da una sola parte FOTO: CMM Avvizzimento unilaterale II.jpg,  successivamente ingialliscono e disseccano. Sul fusto possono comparire striature longitudinali decolorate in corrispondenza delle quali si possono formare profonde fenditure, i cosiddetti cancri. Internamente il tessuto vascolare appare annerito e disgregato, talvolta sono osservabili anche imbrunimenti e cavitazioni del midollo. In presenza di sintomi fogliari e/o cancri corticali è possibile osservare un caratteristico imbrunimento a ferro di cavallo del tessuto vascolare sulla superficie ottenuta tagliando alla base una foglia con sintomi FOTO: CMM Ferro di cavallo.jpg.. Sui piccioli fogliari e sul fusto si rilevano talvolta piccole vescicole biancastre che possono dare origine a cancri. Anche le radici possono essere invase dai batteri e in questo caso si notano imbrunimenti ; del midollo. A volte il frutto, pur non presentando sintomi esterni, può avere la polpa disgregata, deliquescente ed in parte ingiallita; in altri casi si possono osservare piccole cavità scure nella parte centrale interna del frutto stesso. Sulla superficie dei frutti FOTO: CMM Sintomi sulle bacche.jpg si evidenziano caratteristiche maculature, inizialmente bianche e rilevate, che successivamente evolvono in crosticine di colore bruno circondate da un ampio alone clorotico. I semi generalmente non manifestano sintomi, tuttavia, se il frutto si presenta deformato e di dimensioni ridotte rispetto alla norma, possono essere piccoli e neri. La giovane pianta colpita dalla batteriosi può subire un rallentamento nello sviluppo vegetativo e la malattia può evolversi riguardando tutta la pianta causandone il totale disseccamento.

Epidemiologia

I semi infetti rappresentano la principale sorgente di inoculo  del batterio. Le piantine usate per il trapianto, se ottenute da seme infetto o in condizioni di serra non idonee, possono essere responsabili della diffusione del patogeno. C. michiganensis subsp. michiganensis può sopravvivere anche nel terreno associato ai residui di tessuti infetti. Infine la perpetuazione del patogeno può essere assicurata da solanacee spontanee. I batteri possono rimanere vitali a lungo sugli attrezzi da lavoro, sulle superfici delle macchine usate per la semina, sui contenitori utilizzati per l'allevamento delle piantine, sui bancali delle serre e su quanto altro può venire a contatto con le piante nelle differenti situazioni di coltivazione.
Mentre in serra responsabile della diffusione della malattia è l'uomo attraverso le operazioni colturali (come la scacchiatura, potatura, legatura), in campo la diffusione della batteriosi è principalmente dovuta agli eventi atmosferici ed all'irrigazione per aspersione oltre che alle operazioni colturali. La penetrazione dei batteri nei tessuti della pianta avviene attraverso le ferite prodotte dagli eventi atmosferici (grandine), dall'attacco di insetti o da rotture di peli e dall'uomo nel corso delle varie operazioni colturali.

Temperature intorno ai 28°C ed elevata umidità ambientale sono favorevoli ad un decorso rapido della malattia,  che può risultare particolarmente grave se precedentemente alla stabilizzazione della temperatura sui 28°C si sono avuti forti sbalzi termici.

Prevenzione e lotta

La lotta da attuare contro il cancro batterico del pomodoro è prevalentemente a carattere preventivo.
Le coltivazioni di pomodoro da trapianto sono sottoposte ad un maggiore rischio di infezione rispetto a quelle ottenute per semina diretta. Le operazioni di trapianto possono causare ferite, gli attrezzi e le mani possono trasferire i batteri dalle piante malate alle sane con un aumento di piante infette.

Profilassi: approvvigionarsi di seme esente, si precisa che l'estrazione effettuata mediante fermentazione e con aggiunta di acido cloridrico può ridurre il livello di contaminazione batterica del seme; una buona rasatura del seme è efficace per eliminare parte della carica microbica; per stabilire la sanità del seme  è utile sottoporre un campione a specifiche analisi batteriologiche.

Approfondimento

Le aziende locali autoriproducono  il seme della varietà in questione da circa 15 anni ed è abbastanza frequente lo scambio di semi con vicini o conoscenti che coltivano la stessa varietà. Tutto ciò ha sicuramente contribuito alla diffusione del patogeno nell'area di coltivazione del pomodoro si Sorrento. Nelle aziende in cui è stata riscontrata l'infezione, si è provveduto alla  distruzione delle piantine e alla  disinfezione dei contenitori immergendoli in acqua e ipoclorito di sodio (1%) per due ore.